lunedì 5 febbraio 2018

The Samurai Of Prog - “Archiviarum”


Sta per essere rilasciato "Archiviarum”, nuovo album di The Samurai Of Prog che ho avuto l’occasione di ascoltare in anteprima.
Apprezzo incondizionatamente le loro proposte passate, a mio giudizio vere sintesi del significato di musica progressiva, una piacevolezza di ascolto che si trasforma in pura didattica per chi volesse avvicinarsi ad un genere di cui ha solo sentito parlare, ed è quindi mosso dalla curiosità.
I TSOP lavorano realmente con la concezione del team, senza preclusioni di nazionalità o preconcetti di tipo ideologico o concettuale, e si muovono in una dimensione adimensionale e atemporale, coinvolgendo musicisti di ogni parte del mondo - non solo come strumentisti, ma spesso con ruolo autorale -, recuperando, a volte, musica davvero “antica”. Tutto questo porta ad un ovvio limite, quello di essere esclusivamente - ma si spera in qualcosa di più per il futuro - un progetto che nasce e finisce in “studio”.
La stessa composizione della band è rappresentativa della loro varietà: l’italiano Marco Bernard (basso e, project manager, il finlandese Kimmo Pörsti (batteria e percussioni e ingegnere del suono) e l’americano Steve Unruh (violino, flauto, voce e chitarra).


Al nucleo storico si affiancano di volta in volta molteplici artisti che rendono TSOP una multinazionale il cui contenuto muta da album ad album, da brano a brano.
Archiviarum” racchiude nel titolo gli intenti, ovvero riscoprire e utilizzare delle registrazioni storiche realizzate nel corso degli anni, tutte fornite di nuovi mix e, in alcuni casi, nuovi arrangiamenti. Dice la band: “Quattro tracce sono nuove, alcune sono inedite, altre sono apparse in altri progetti con cui TSOP è stato coinvolto, e due sono cover (nessuna delle tracce è apparsa nei nostri album prima). A tutti è stato dato un nuovo volto. Questo non è un tipico album TSOP, ma tutto sommato, pensavamo che questi frammenti meritassero di essere assemblate in un vero album”.

Il risultato è ancora una volta eccezionale.
Vediamo intanto lo squadrone al lavoro, sparso nelle varie tracce:

Kerry Shacklett (tastiere e chitarra elettrica), Srdjan Brankovic (chitarra elettrica), Lalo Huber (tastiere), Carlos Lucena (chitarra elettrica), Michelle Young (voce), Octavio Stampalía (tastiere), Brett Kull (chitarra elettrica), Eduardo García Salueña (tastiere), Oliviero Lacagnina (tastiere), Michele Mutti (tastiere), Rubén Álvarez (chitarra elettrica e acustica), Stefano "Lupo" Galifi (voce), - Stefano Vicarelli (tastiere), Marek Arnold (sax e tastiere), Fran Turner (chitarra elettrica), David Myers (pianoforte), Danny Lopresto (chitarra elettrica) e - Mark Trueack (voce).

Sono 70 i minuti di musica suddivisi su 10 episodi.

L’album si apre con un brano di Octavio Stampalía (della band argentina Jinetes Negros) non nuovo alla collaborazione con i Samurai: "Keep the Ball Rolling" era una vecchia demo rimasta inutilizzata che viene ora proposta con il contributo importante di Brett Kull all’elettrica. Pezzo strumentale di incredibile impatto, sconfinante nel rock tradizionale e nel funky, alternato alla classicità del violino di Unruh.

Segue “Ahead of Fortune” - musica di Eduardo García Salueña e liriche di Steve Unruh -, versione modificata di un’antica traccia utilizzata per il cofanetto Colossus “Decameron parte III”, un attimo di respiro dopo l’introduzione spinta, intimistico e delicato, dove il gioco di chitarre melanconiche intercala magicamente la parte vocale.

La Oscuridad” - musica e parole di Lalo Huber, degli argentini Nexus - è uno dei brani più lunghi del disco e vede alla voce - in lingua spagnola - Michelle Young. Trattasi di una vecchia registrazione mai pubblicata che, fortunatamente, vede ora la luce, una delle tracce più coinvolgenti e varie dell’intero lavoro, anche per il pathos che è fornito dalla parte vocale.

Con “Cristalli” iniziano gli interventi esterni “italiani (musiche di Michele Mutti e parole di Piero Pasini), e per la prima volta vediamo coinvolto in un progetto targato Marco Bernard il mitico Stefano “Lupo” Galifi, cantante del Museo Rosembach. Pare che la canzone sia nata in poche ore a seguito di una scommessa: il risultato è notevole ed è grazie alla sensibilità vocale di “Lupo” che il brano evidenzia all’impatto le caratteristiche tipiche legate alle situazioni di amore, tra gioia, ansia e malinconia. E la musica riesce ad avere un ruolo di sintesi.

Elitropia” è il secondo strumentale e vede la mano e il cuore di un altro musicista italiano famoso, Oliviero Lacagnina, tastierista dei Latte & Miele. Già presente nel Decameron III del Colossus Project, propone una perla caratterizzata dalla rottura degli schemi tradizionali, con un gioco tastieristico che ingloba enormi skills e fantasia, tra classicità e rock.

Il sesto brano è “The Sleeping Lover” (di Huber e Unruh), altro pezzo già pubblicato (Decameron II) ma con l’inserimento attuale di nuove voci: tono dark e possibilità di spaziare negli oltre 8 minuti di durata, con atmosfere cupe e mood a tratti sinfonico.

Con “From This Window” (musica di Kerry Shacklett e liriche di Kurdt Vanderhoof - e ritocchi di Unruh) arriviamo all’apice della durata, 10,37 minuti. Racconta la band: “Durante la preparazione dell'album "On We Sail", Kerry Shacklett presentò due demo che ci sono piaciute entrambe. Dopo alcune lunghe discussioni una  è finita in “On We Sail”, con i testi e alcuni tocchi finali di Steve. Ma non potevamo non utilizzare l’altro pezzo! Una sfida speciale è stata quella legata al processo di mixaggio, a causa di tutti i tipi di suoni aggiuntivi “trovati” durante il percorso, e anche per le tracce di tastiera di Kerry ...”
Un chicca, con sezione ritmica in evidenza e, a tratti,  profumo di … “YES”!

La prima cover è “Ice”, dei Camel, composta da Andrew Latimer. I TSOP hanno lavorato in passato con Guy LeBlanc ed era forte la voglia di continuare la collaborazione con il tastierista canadese. La sua prematura scomparsa ha impedito che ciò avvenisse ma la versione di “Ice”, la cui manipolazione era iniziata anni fa, ha visto una felice conclusione: un brano quindi realizzato nello spazio di 5 anni. Il sax di Marek Arnold crea un’atmosfera pazzesca ad una canzone che, secondo TSOP, è già perfetta di suo e che quindi va solo proposta con la più grande vicinanza possibile all’originale, avendo sempre in testa l’amico Guy.

Predawn” è di David Myers, presente in ogni album dei TSOP, e rappresenta il bridge verso la fine dell’album; un pezzo di bravura al piano a coda definito “... Gioiello acustico, una ventata di aria fresca tra le lunghe e mostruose tracce del prog. Le composizioni di Myers funzionano anche come preludi ai brani successivi, oltre ad essere tracce di alto profilo”.

La bonus track è la seconda cover, “Heroes” (Bowie e Eno), regalo per i sessant’anni del fratello di Marco Bernard, Riccardo, evidentemente appassionato della musica dell’artista scomparso recentemente. Ancora una volta il sax di Marek diventa peculiarità positiva mentre la voce è affidata ad un'altra presenza costante, quella di  Mark Trueack.

Un monumento è quello che occorrerebbe fare a Bernard, Pörsti e Unruh, musicisti e assemblatori, infaticabili ricercatori e propositori di musica di alta qualità, veri progetti globalizzanti e coinvolgenti: “Archiviarum” è ancora una volta un lavoro discografico sorprendente, che non deluderà nessuno degli amanti della musica progressiva.

Artwork affidato come sempre a Ed Unitsky, un’altra garanzia, un’altra collaborazione imprescindibile.
Ascoltiamo una sintesi dell’album…


Tracklist:
1. Keep the Ball Rolling (6:07)
2. Ahead of Fortune (5:16)
3. La Oscuridad (9:50)
4. Cristalli (5:24)
5. Elitropia (4:56)
6. The Sleeping Lover (8:32)
7. From This Window (10:37)
8. Ice (9:41)
9. Predawn (4:06)
10. Heroes (5:36)