domenica 18 settembre 2016

Posto Blocco 19: un pò di storia e una "vecchia" intervista


Questo articolo è stato pubblicato qualche anno fa su Contrappunti, il periodico del CSPI (Centro Studi per il Progressive Italiano), per molti anni condotto da Riccardo Storti.
In quella occasione scrivevo della mia estemporanea conoscenza del Posto Blocco 19 e completavo l’articolo con un’intervista alla band che vale la pena rileggere…

Aprile 2012

Ho scoperto casualmente il Posto Blocco 19 e, incuriosito, ho approfondito. Ho mandato successivamente una decina di domande a cui ha risposto Raimondo Fantuzzi, in tre puntate, con uno spazio temporale di circa un mese. Non è quindi un’intervista fatta tutta di un fiato, ma elaborata nel tempo.
Mi ha scritto inizialmente Raimondo…

Per quanto riguarda i progetti Orog, l'aggancio noi lo abbiamo avuto da un discografico di Treviso, il Sig. Loris Furlan, titolare di etichetta LIZARD RECORDS. Tale etichetta si occupa di Prog ma non solo. Furlan, dopo averci ascoltato in concerto insieme a Lanzetti in occasione del 3*Festival Prog a Giarola di Collecchio, nel 2008, ci propose di partecipare al progetto dopo averci segnalato al Sig. Marco Bernard, un italo-finlandese, titolate della Colossus, associazione che si occupa della divulgazione del Prog nel mondo. Il progetto consisteva nel comporre un brano del Paradiso di Dante e di registrarlo; egli stesso, si sarebbe occupato di divulgarlo non appena tutti i trentacinque gruppi scelti in tutto il  mondo, molti, naturalmente, come noi semisconosciuti, avessero terminato le registrazioni. Il missaggio generale fu effettuato in Italia presso lo studio di un tal Marco Olivotto, e la casa discografica distributrice, la francese Musea Records. Il disco, quadruplo, è uscito a Dicembre 2010 e a Gennaio 2011 è uscito pure il Decamerone, altro progetto simile al precedente, sempre quadruplo, con la stessa formula, a cui noi abbiamo partecipato pur senza Lanzetti. Io sono l'autore delle musiche e dei testi. La prossima tappa, per quello che ci riguarda, discograficamente, è un cd tutto nostro, naturalmente, di brani Prog. Il tutto, non appena abbiamo terminato di comporre i brani e siamo un po' liberi da impegni live che quest'anno sono un po' impegnativi per noi in quanto è il nostro 40° anniversario di fondazione.

Dice di Loro Furlan…
                     
Il Posto Blocco 19 è una bellissima storia targata anni 70, che ruota attorno alla grandissima passione progressive di Raimondo Fantuzzi. Il fatto curioso è che prima dei 2 brani usciti nel Paradiso e nel Decamerone (molto bello pure quello), di brani propri avevano all'attivo solo un 45 giri (mi sembra sia del 1980). Siccome intuivo che avessero qualcosa di interessante da dire musicalmente li ho spronati a partecipare a queste compilation organizzate da Colossus. Il brano del Paradiso è davvero meraviglioso, per la costruzione compositiva, esaltato dalla straordinaria interpretazione di Lanzetti. Ora i tempi sono maturi per preparare un disco tutto loro, che spero di poter ospitare e pubblicare con la sezione della Locanda del Vento. La stessa sezione che ospita i Faveravola, sempre presenti nel Paradiso e nel Decamerone, altra creatura dalle reali origini seventies. Sempre nella Locanda del Vento ospiteremo il primo disco ufficiale degli Aurora Lunare, i cui cenni preliminari sono già entusiasmanti. E spero che il tutto sarà ben accolto anche dalla tua scuderia.


L’intervista

Come sapete sono venuto a conoscenza del quadruplo CD “Il Paradiso” attraverso Bernardo Lanzetti. L’ascolto mi ha entusiasmato, ma non mi è chiaro lo scopo di un tale “spiegamento di forze”, dal momento che non ho visto pubblicizzazione. Potete darmi qualche delucidazione generale sul progetto?

Ringraziando per i complimenti, vorrei esprimere il nostro pensiero riguardo alla non pubblicizzazione del progetto, che, sempre secondo noi, è strettamente connessa allo “spiegamento di forze” utilizzato per realizzarlo. La Musea Records ha scelto di proporre la vendita del CD soltanto tramite il proprio indotti Internet, che conta, in tutto il mondo, un notevole numero di simpatizzanti e quindi possibili compratori, ed ha omesso di attuare tutta la pubblicizzazione ufficiale (Radio-TV-giornali specializzati-informazione agli addetti-ecc.) che una casa discografica solitamente fa oltre a quella internet già citata. Così facendo, balza subito all'occhio che i costi di gestione rimangono notevolmente contenuti, e, a tale uopo, ecco che lo spiegamento di forze trova la propria giustificazione: si contattano tramite conoscenze varie gruppi Progressive da tutto il mondo, semisconosciuti tranne qualche caso sporadico (vedi Mr. Bernardo Lanzetti), e la speranza, quasi matematica, è quella di vendere qualche copia in più facendo leva, oltre che sul titolone che si è dato al progetto, anche sulla fascia di pubblico simpatizzante (fans) di cui ogni gruppo, negli anni, si è dotato. Tengo a precisare che il mitico Lanzetti, che ringraziamo ancora per aver partecipato, all'epoca fu contattato da noi e non dalla casa discografica, perché eravamo noi i suoi amici. Parlando di delucidazioni generali sul progetto, basta andare a visitare il sito della Musea Records per intuire, che negli anni, lo staff che la compone, è riuscito a costruirsi un'immagine di tutto rispetto, che al primo impatto risulta essere molto accattivante ed invitante. Per il resto, i contatti, pervenuti tramite mail e a mezzo di persone appassionate e competenti quali il comune amico Loris, che tramite la loro ricerca hanno individuato e segnalato i gruppi, si sono perfezionati di volta in volta. In sintesi, veniva richiesta la partecipazione al Progetto Paradiso tramite la realizzazione di un brano appositamente composto, dopo aver prenotato un canto dei trentacinque disponibili. Si richiedeva altresì che il brano stesso fosse depositato presso la Siae, e che il progetto fosse terminato entro un dato termine. Il tutto, a spese del gruppo stesso, con la garanzia che i diritti d'autore ricavati dalla vendita del disco stesso sarebbero stati elargiti agli autori. Questa, espressa molto sinteticamente, la dinamica del progetto. Concludo la risposta alla domanda dicendo che con lo stesso iter abbiamo pure partecipato al Progetto Decamerone,  senza Lanzetti, disco quadruplo, già ufficialmente uscito nel Gennaio 2012.

Ho scoperto solo ora che siete un gruppo prog attivo sin dagli anni ’70, e il nostro comune amico Furlan mi ha detto che non ci sono sul mercato vostri lavori, se non un 45 giri. Come si racconta in poche righe la storia del “Posto Blocco 19”?

La nostra storia parte da lontano, e noi siamo sempre stati degli “Animali da palco”,  e abbiamo eseguito molti Live. Dapprima ci facemmo conoscere quali ripropositori dei brani della PFM e del BANCO DEL MUTUO SOCCORSO, poi, quando iniziammo a comporre musica nostra e riuscimmo ad ottenere un contratto discografico, nel 1981, cosa a quei tempi  non facile, il Progressive aveva gìà espresso il suo periodo migliore ed era in un momento di flessione, e stava passando di moda. Il 45 giri citato doveva essere il preludio per confezionare un bel 33 giri, era scritto nel contratto con la nostra casa discografica Pubbliart Bazar, però io nel 1982, spinto dalla voglia di percorrer strade musicali diverse, abbandonai il POSTO BLOCCO 19, non venni mai sostituito come desiderava il discografico e nel 1983 il gruppo, pur non sciogliendosi mai definitivamente, si fermò. Io collaborai con altri musicisti e con i musicisti stessi dell'ex PB 19, sotto altre forme, quindi rimanemmo sempre in contatto;  poi finalmente, nel 2005, decidemmo di ricostituire il nostro amatissimo ensemble, con una mai sopita voglia di eseguire e di rifare concerti Progressive. Devo dire che in questi anni ci siamo presi le soddisfazioni che prima non riuscimmo ad avere e che abbiamo intenzione di continuare a farlo, per dare un buon prodotto e ricevere più gratificazioni possibili, specialmente da una certa schiera di persone, che fanno qualità, e alla fine la qualità paga. Questo, il nostro pensiero. Concludo affermando che se potessi tornare indietro non abbandonerei più il gruppo , per nessuna ragione al mondo.

Commentando proprio con Furlan il CD multiplo sottolineavo come l’ascolto mi faccia tornare a una musica “antica”, ma con una nuova veste, e a quel punto la classica frase “… è musica già ascoltata…” perde ogni significato e rimane la soddisfazione di un ascolto “unico”. Come giudicate l’insieme dell’opera, anche la parte in cui non siete protagonisti?

Ho ascoltato le opere, sia il Paradiso che il Decamerone, che come concetto di costruzione e realizzazione progettuale, si assomigliano, anzi, volendo essere più esatti, sono fatti con lo stesso stampo, cambiano solo le copertine, i titoli e qualche protagonista, e debbo dire in tutta sincerità che i gruppi, aldilà che possano provenire dal sottobosco musicale, se la cavano piuttosto egregiamente, direi tutti. E' chiaro, ascoltando più dettagliatamente, che si denota che qualcuno ha registrato in economia con il risultato che l'ascolto ne risente un pochino, però tutto sommato, il risultato, per questo tipo di prodotto, lo definirei  qualitativamente più che soddisfacente e farei un plauso ai partecipanti, che hanno dimostrato che il Progressive non solo è tutt'altro che spento, ma avrà un lungo futuro, pur con la prospettiva di vendita di dischi a coperta corta. Un'ultima considerazione sui gruppi: una buona metà ha una buona esperienza di laboratorio, ottime idee sul genere, però si denota che di concerti Live ne esegue pochi, mentre l'altra metà, di cui Noi Posto blocco pensiamo di fare parte, fa trasparire questa esperienza di concerti dal vivo che ci portiamo dietro da tempo, e che secondo noi dà molto equilibrio ai brani anche a chi i ascolta per la prima volta. Ultimissima considerazione sui CD, ottima confezione, ottima copertina, bellissima grafica e molto di gusto la scelta della carta lucida. Buono, nel suo insieme, anche l'ascolto generale anche se mi rendo conto che il missaggio non deve essere stato di semplice soluzione, poiché so che nel limite del possibile il Sig. Olivotto ha cercato di non modificare i parametri e di conseguenza i livelli, dei lavori a lui fatti pervenire. Tutto sommato, un buon lavoro. Aggiungo che non ho più nemmeno una copia del Decamerone altrimenti te la avrei fatta pervenire, e per farle arrivare dalla Francia, ci vuole un po' di tempo.

Cosa significa, dal punto di vista tecnico e musicale avere l’opportunità di lavorare con Bernardo?

Questa è una delle domande che mi piace maggiormente, però le risposte sarebbero talmente tante che non so da dove cominciare. Direi, come quando compongo i brani, sia musica che liriche, lasciamo parlare le emozioni, e allora, immagina di andare ad ascoltare Bernardo nei Palasport, quando era il Vocalist della PFM, che insieme avevano in mano il mondo… hanno sfornato alcuni dischi che erano veramente eccezionali, ma il punto non è questo. Bernardo e soci hanno più o meno la nostra (parlo della mia e del mio batterista Vittorio Savi) età, e tu sei li ad ammirarli incantato perché stanno suonando e cantando divinamente, e allora tu cosa fai? Li prendi a modello e cerchi di capire cosa stanno facendo, per migliorarti. Poi, dopo un po’ di tempo io ho la fortuna di suonare con PierEmilio Canavera per qualche anno e di conoscere Franz Dondi, vecchi compagni di viaggio di Bernardo ai tempi dell'Acqua Fragile, mentre il batterista suona con il loro vecchio tastierista e con il loro vecchio chitarrista, e anche li si parla di Prog e di chi è riuscito a ritagliarsi uno spazio di notorietà merito anche della serietà e dignità che si porta appresso; infine, quasi per caso, conosciamo Bernardo, che scopriamo essere una grande persona, carica di umanità, un professionista come pochi, di una bravura eccezionale, e con una capacità di trasmettere comunicazione come pochi, e finalmente, riusciamo a salire sul palco e suonare insieme a lui. Sembra una favola, ma quel Signore che anni prima sei andato ad ascoltare ora lo hai di fianco e canta con la stessa verve, anzi, forse ne mette un po' di più, di quando lo si andava a sentire. In più, ti fa sentire a tuo agio mentre suoni. Dopo qualche tempo ha l'occasione di incidere un brano con lui che uscirà su cd e verrà distribuito in tutto il mondo, e sai anche che lui ha accettato il tuo invito a partecipare perché sa che sei un amico, che non lo tradirai, e, dulcis in fundo, il brano che gli hai proposto gli piace. Il risultato finale poi, lo conosciamo perché il brano ha ricevuto consensi da tutti, in primis dallo stesso Bernardo, che con la sua voce lo ha impreziosito, e queste, sono le emozioni che il gruppo Posto Blocco 19 ha provato e che prova ogni qualvolta nomina Bernardo o ogni qualvolta, ci si sente per telefono e si scambiano delle opinioni. Ci si sente volentieri. Non sono sviolinate gratuite queste, ciò è ciò che pensa il gruppo. Aggiungo la chicca finale: il mitico ci ha chiesto, in previsione di pubblicare un suo CD in lingua italiana, di poter inserire il brano del Paradiso registrato insieme. Per Noi è stata una seconda possibilità di Paradiso. Abbiamo appreso molto da lui, sotto tutti i punti di vista; io che sono la voce del gruppo, e ho insegnato canto e canto da tantissimo tempo,  ho appreso più da lui in poco tempo che durante tutto l'arco della carriera.

Ho sentito un po’ di scontentezza diffusa  relativa al trattamento che tutti voi avete ricevuto. Esisteva un accordo scritto ben delineato?

La scontentezza diffusa l'ho un po' spiegata nella domanda due, però, diciamo che per una questione di equilibrio delle cose, a noi  veniva offerta l'occasione di entrare di diritto nella discografia Prog passando da una delle porte ufficiali, e, intravedendo di fare velocemente ciò che non eravamo riusciti a fare nel 1981, abbiamo accettato di partecipare senza preoccuparci di quali fossero le condizioni. Dirò, con una punta di orgoglio, che eravamo quasi sicuri, conoscendo le nostre potenzialità, di essere chiamati successivamente a partecipare al secondo progetto, cosa che è puntualmente avvenuta e che ci ha ulteriormente reso soddisfatti. Probabilmente abbiamo agito non da veri professionisti, ma dovevamo sfruttare l'occasione. Ora però, che siamo riusciti a farci vedere, vogliamo proseguire con un discorso personale molto più serio e professionale sotto tutti i punti di vista. Per questo ti rimando alla domanda 10. No esisteva alcun accordo scritto bensì girava tutto tramite mail. Debbo dire che Loris, che al tempo fungeva da nostro interlocutore essendo stato lui il nostro aggancio, si è sempre dimostrato molto serio nei nostri confronti e persona molto competente, tant'è che l'accordo verbale con lui, senz'altro sviluppabile positivamente, è quello di realizzare un CD tutto nostro per la sua etichetta.

Da dove nasce il vostro amore per la musica progressiva?

Nella prima metà degli anni 60, periodo in cui parecchi musicisti della mia generazione hanno iniziato a suonare, si militava in quelli che allora venivano definiti i complessi beat, e si riproponevano i successi del momento, che rispecchiavano appieno quello che era stato definito in quel momento, boom economico. I brani, infatti, aventi per lo più strutture melodiche e armoniche abbastanza semplici, e testi inneggianti all'amore adolescenziale eterno, venivano suonati con strumenti elettrici, ma nella loro totalità risultavano essere di impatto immediato già al primo ascolto e tendenti a rimanere impressi proprio per la loro orecchiabilità. Anch'io, insieme ai miei primi compagni di viaggio, suonavo tutto ciò; poi, dopo aver conosciuto tanti e tanti futuri musicisti ed avendo scambiato con loro pareri musicali, piano piano, nella seconda metà dei ‘60 le cose cambiarono, i giovani prendevano sempre più coscienza e sentivano il bisogno di esprimersi in un certo modo, impegnato, in tutti i settori dell'arte e della cultura, musica compresa, ed ecco affacciarsi all'orizzonte un nuovo modo di fare musica, che seguendo i canoni tradizionali, implicava un ascolto più approfondito, e di conseguenza, anche una esecuzione molto più complessa, che voleva dire avere talento, dovere studiare, assimilare, e infine creare qualcosa che dava soddisfazione in tutti i sensi. Questo movimento, che poi sarebbe stato definito Prog, era ciò in cui io personalmente, assieme ad altri amici, ci identificammo immediatamente non appena riuscimmo ad ascoltare i Jethro, i Gentle Giant, Gli Yes, ancora prima i Procol Harum, e non nominiamoli tutti altrimenti non esauriamo la mail. E' altresì chiaro, che non appena scoprimmo che in Italia esistevano PFM, Banco, Area, Orme, New Trolls, Balletto di Bronzo, Rovescio, Acqua Fragile ecc, ecc.. noi sposammo subito questa causa, anche perché quello era il periodo in cui il movimento tutto stava conoscendo il proprio periodo miglior. Molto, molto sinteticamente, questo è il motivo per cui nacque il nostro amore per il Prog, per la verità, anche successivamente mai sopito; poi, diciamolo sinceramente: non c'è miglior forma di espressione quale la musica suonata dal vivo in cui, chi sta sul palco, ha la  possibilità di far vedere cosa può fare, e, di fatto, non c'è soddisfazione maggiore che un applauso carico di partecipazione a te rivolto alla fine di ogni brano. Avevamo vent'anni, ma sapevamo di esercitare il mestiere più bello del mondo, e tutti cercavamo di dimostrare quanto eravamo capaci di farlo. Oggi, purtroppo, non succede più così; si parla solo di progetti di vendita e di eventuale rendita.

Avete dei punti di riferimento musicali che sono comuni a tutta la band?

In parte ho già risposto a questa domanda nella numero 6, però voglio specificare che i nostri punti di riferimento specifici, naturalmente dopo aver ascoltato tanto Prog, divenirono i gruppi italiani in generale e, nel particolareggiato, PFM e BANCO DEL MUTUO SOCCORSO, con qualche punta di AREA del grande Demetrio Stratos. Il motivo? Molto semplice: non so per quale ragione, forse perché li abbiamo sentiti dal vivo innumerevoli volte che ormai avevamo assimilato il loro modo di pensare, gli Italiani ci trasmettevano un'emozione incredibile, avevano un tiro, sul palco che emozionava tutti in modo impressionante; poi, io, cantante ufficiale della band, non conoscevo la lingua inglese. Sembra una stupidaggine ma in età scolare io scelsi di imparare, quale lingua parallela, il latino e il francese, e se devo essere sincero, se non so quello che canto, non riesco ad esprimermi come voglio. Non ebbi voglia di mettermi a studiare la lingua inglese a vent'anni, preferivo approfondire la composizione e la teoria musicale in genere per poter suonare qualsiasi cosa leggendo a prima vista ed essere di conseguenza capace di comporre. Fortunatamente i miei compagni di viaggio (ancora oggi, tra di noi, oltre che soci e amici per la pelle ci chiamiamo così) mi assecondarono e le cose proseguirono in questo senso. E' altresì chiaro che non ascoltiamo solo Progressive, però i punti comuni di ascolto e di gusto musicale sono abbastanza simili; ascoltiamo blues, rock di un certo tipo, artisti vari che abbiano avuto un percorso e una evoluzione musicale di rilievo, dovuta sempre al fatto che ci sono state ore di studio e di fatica, e, in genere, ci troviamo sempre molto d'accordo quando capita di disquisire sui vari argomenti musicali o sui vari musicisti singoli o gruppi. Aggiungo, infine, che qualcuno di noi, io e il batterista compresi, che siamo i fondatori storici del gruppo, militiamo anche in un altro gruppo che suona anni un genere anni 60 rivisto e corretto. Insomma, tutti, non viviamo di solo Prog, anche se questo è il nostro biglietto da visita.

Come è cambiato il businnes musicale attorno alla musica, dagli anni ’70 ad oggi?

Bellissima domanda alla quale però preferisco dare una risposta veloce perché si corre il rischio di doversi arrabbiare e di rimanere incacchiati per un paio di giorni. E' cambiato molto, ma molto in peggio, iniziando dai discografici, intendo quelli che appaiono in televisione e fanno business, i quali, per primi, hanno ucciso il talento. Fanno contratti discografici non più a chi possiede doti musicali necessarie per fare questo mestiere, bensì guardano se ti presenti bene, se hai un bel fisico, se hai un bel viso e quant'altro, tutte cose necessarie, ma che debbono essere prese in considerazione dopo quanto ho espresso prima. Altra gente che pensa solo agli eventuali introiti sono gli organizzatori di eventi. A loro non interessa, se tu suoni bene o male oppure se proponi uno spettacolo o un evento culturalmente elevato, a loro interessa solo di riempire lo spazio e di fare cassetta, in modo da contribuire ad abbassare il livello medio di conoscenza della materia. Infine, anche i musicisti stessi, non tutti, ma parecchi, non si preoccupano di offrire un buon prodotto musicale, partono già dal presupposto di guadagnare tanto con il minimo sforzo. Intendiamoci, non sono tutti così, fortunatamente esistono ancora discografici seri, giornalisti seri, musicisti bravi e con la voglia di fare musica seria, addetti ai lavori vari, con gli attributi. Di conseguenza, esiste anche una categoria di pubblico competente, che non va ai concerti solo per fare karaoke o per bere birra, sanno che ci sono dei ruoli da rispettare, e che se faranno ciò, anche loro verranno rispettati e gratificati. Questo, in modo sommario, il nostro pensiero. E' cambiato molto, il sistema dagli anni 70 a tutt'oggi, e purtroppo in peggio, però noi, che sappiamo cogliere l'attimo e non ci spezzeremo mai ad essere servi del sistema, siamo ancora qui a dialogare con gente come te e siamo fieri di farlo, sicuri di contribuire, in piccolo a tenere in piedi qualcosa di solido e duraturo nel tempo.

Quanto amate la fase live? Che tipo di rapporto riuscite a stabilire con il pubblico?

Penso che sia molto evidente, da quanto sopraesposto in questo piacevole dialogare a ruota libera, che per noi la fase live assume un carattere fondamentale; è molto amata, per tanti aspetti, che vedrò di spiegare in ordine sparso, visto che non esiste una percentuale maggiore o minore di questi, insieme formano questo carattere. La prima cosa che cerchiamo di fare ogni qualvolta che stiamo per iniziare un concerto è quella di affrontarlo con la massima serenità, sia che la platea gremisca la location scelta per l'evento oppure no; poi, cerchiamo di divertirci noi, in primis, durante l'esecuzione dei vari brani in scaletta, infine, cerchiamo di trasmettere tutto il nostro divertirci ed emozionarci, al pubblico, sia si tratti di quello affezionato, che quello che ti viene ad ascoltare per la prima volta. Naturalmente tutti questi passaggi devono avvenire per gradi ed  essere pilotati tramite un dialogo continuo con i presenti, che vengono direttamente coinvolti non solo facendoli immergere senza pause nel suono da noi prodotto, bensì anche piacevolmente distratti e quindi intrattenuti da alcune performance verbali che aiutano a seguire lo spettacolo in tutta la sua interezza. Tutto questo, però, aldilà della scaletta musicale precedentemente preparata, che naturalmente viene seguita alla lettera, dove si naviga a vista è nella parte verbale. Sapendo che ti trovi di fronte una parte di pubblico affezionato sostenitore, che non devi mai sottovalutare e alla quale devi sempre dare qualcosa di più della volta precedente che ti è venuta ad ascoltare, c’è sempre un'altra parte di pubblico che, per vari motivi, non conosce il genere musicale che proponi e di conseguenza non conosce te, e che altrettanto ugualmente non ti puoi permettere di sottovalutare: devi fare in modo che alla fine del concerto vada a casa soddisfatta in quanto ha ascoltato qualità musicale emozionandosi. Concludendo, fase live molto amata perché da modo a noi di esprimerci musicalmente al meglio e evidenziare, laddove ve ne fossero, qualità sonore; rapporto con il pubblico, di ottima fattura, in quanto cerchiamo di stabilire un  coinvolgimento diretto dialogando sul palco, raccontando aneddoti e sensazioni provate in concerti precedenti, e cercando, tramite la presentazione dei brani, fatta in modo snello ed efficiente, di evidenziare alcuni passaggi musicali di rilievo.

Loris mi ha parlato di un vostro prossimo album. Come stanno esattamente le cose?

Il progetto di cui ti ha parlato Loris, al momento è ancora tale ma lo stiamo sviluppando con una grande volontà anche se i tempi saranno non proprio brevissimi. Di fatto, considerata chiusa l'esperienza delle copartecipazioni ai CD multipli, parlando non solo via mail ma anche telefonicamente con egli stesso, che, ripeto, abbiamo avuto occasione di conoscere di persona, pensiamo che sia giunto il momento di incidere un album tutto nostro. Sapendo che Loris è titolare di una etichetta indipendente, essendo stato lui stesso il primo a credere nelle nostre potenzialità,  lo abbiamo chiamato per proporgli  la realizzazione di un album prog a tema da condividere a pieno titolo; con Loris, che a tutti gli effetti era il nostro referente per i lavori precedenti, ci si sentiva spesso, e questo argomento, oltre alle altre cose, da una parte o dall'altra, molto velatamente, usciva sempre; si diceva spesso... sarebbe bello se... Oggi, dobbiamo ancora comporre i brani, anzi, lo stiamo facendo; poi dobbiamo assimilarli, quindi registrarli. Il tutto, una quarantina di minuti circa, compresa una cover omaggio ad un gruppo italiano, di sano Progressive. Poi, con Loris, la parte promozionale, editoriale ecc. Aggiungo che con Loris abbiamo per ora un accordo verbale, ma sono sicuro che, conoscendo la persona, il progetto andrà a buon fine, con i tempi ragionevoli e quant'altro atto a far si che il prodotto sia soddisfacente per entrambi, nonché per il pubblico. Concludendo, non ci interessa fare un disco per una eventuale grossa etichetta discografica che sia più o meno interessata a usare il prodotto in brevissimo tempo e poi a lasciarlo nel dimenticatoio, piuttosto ci teniamo molto a farlo con il Sig. Furlan. 


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