giovedì 11 agosto 2016

Earth And Fire-“Earth And Fire"

Cover di Roger Dean

Nell’ultimo numero di PROG Italia ho provato a sintetizzare un album del 1970, disco omonimo degli Earth and Fire. Lo spazio disponibile ha richiesto un naturale taglio al commento, una recensione che propongo qui in versione completa.

Earth And Fire-"Earth And Fire"-1970
Label: Nepentha
11 tracce-45 minuti
L’esordio discografico degli Earth and Fire non passò inosservato, nemmeno in Italia, in quell’inizio di decade caratterizzato dal particolare fervore musicale del momento, capace di alimentare la voglia verso il nuovo che avanzava, ma l’album omonimo arrivò al pubblico come elemento di serie B, e quando comparve sugli scaffali dei nostri negozi dell’epoca - io lo trovai un anno dopo, attorno al ’71 - costava esattamente la metà del resto del materiale importato. Certo, un gruppo olandese appariva meno credibile e affascinante rispetto alle band inglesi coeve, ma l’originalità di quella proposta, contestualizzata, non può essere dimenticata e, anzi, va a mio giudizio rispolverata.
Siamo a cavallo tra il ’60 e il ’70, il periodo in cui il beat ha già lasciato il passo ad una musica più impegnata e sperimentale, e gli Earth and Fire propongono la loro filosofia musicale che, a posteriori, non si farà fatica ad inquadrare nell’ambito del prog: costruiscono attorno al singolo “Seasons” - opera di George Kooymans dei GoldenEarring - una serie di trame che rappresentano un vasto repertorio sperimentale, basato su ritmi rock, a volte duro, ma incline alla psichedelia, con la tendenza ad allungare i tempi, in un periodo in cui il brano da pochi minuti era ancora largamente diffuso.
E il profumo della musica progressiva resta intrappolato, anche, nell’immagine di copertina, disegnata da un certo… Roger Dean! L’album viene rilasciato dalla prestigiosa label inglese Nepentha.
Il disco inizia con “Wild and Exciting”, un pezzo dove la voce della pionieristica JerneyKaagman - nell’insieme mi ricorda molto la nostra Silvana Aliotta, del Circus 2000 - si presenta in tutta la sua particolarità, e dove la pulizia solistica del chitarrista Chris Koerts evidenzia la capacità di creare riff accattivanti, ancorchè di semplice fattura: suggerisco di cercare in rete il filmato relativo, perché utile a ricondurre all’atmosfera reale di quei giorni, difficile da spiegare a parole.
Segue “TwilightDreamer”, caratterizzata da una marcetta quasi scolastica, leitmotiv che guida tutto il pezzo, ma con  l’inserimento di un “solo” di hammond abbastanza precursore dei tempi.
Ruby Is The One” è un brano tipicamente rock che ha il pregio di trasformarsi in tormentone, un ritornello che, nonostante le divagazioni “distorte”, rimane nella testa: melodia oltre la durezza musicale.
La dolce e quasi beatlesiana - inzialmente -“Twilight Dreamer” muta ben presto in esercizio vocale suddiviso su più attori, mentre con “Vivid Shady Land” entriamo nella psichedelia, in un gioco di musica che evoca colori e situazioni oniriche.
21st Century Show” propone due momenti diversi, e se da un lato si intravede un collegamento con il mondo “Stones” - mi viene in mente il riff di “Paint It Black” -, dall’altro esiste la creazione di un’immagine bucolico-musicale che colpisce per la dolcezza, contrapposta all’energia della partenza.
Seasons”, come accennavo prima, è la hit, il singolo da utilizzare in radio, molto orecchiabile e legata al pop più spendibile, un genere a cui gli Earth and Fire approderanno negli anni a seguire.
E si arriva alla lisergica “Love Quivers”, otto minuti godibili - riconducibili alle cavalcate sonore dei più famosi IronButterfly - con largo sfoggio delle skills individuali e totale libertà nel proporsi.
Chiude la ballad “What's Your Name”, un notevole abbassamento dei toni, brano in cui pare scemare, volutamente, la forza inserita negli episodi precedenti.
Le note ufficiali accreditano l’album di due bonus track -“Hazy Paradise” e “Mechanical Lover”- ma non facevano parte del disco che acquistai - a 1500 lire! - e sono forse contenute in una successiva riedizione.
Gli Earth and Fire sono stati a mio giudizio precursori dei tempi, riuscendo a captare il cambiamento in atto, accogliendo le nuove istanze musicali, nonostante non fossero esattamente al centro della scena che contava. Al di là delle etichette di genere credo che il loro rock grezzo e contaminato contenesse in sé i segnali di una nuova musica che stava prepotentemente prendendo scena: dilatazione dei brani, cambi frequenti di atmosfere e tempi, enfatizzazione dell’elemento solistico, saggio e largo utilizzo di voce e cori.
Earth and Fire”, fu il preludio a quello che è considerato il loro miglio album, Song of the marching children”, del 1971, questo sì il loro vero manifesto prog.
Tra evoluzioni, separazioni e reunion l’ultima loro traccia in formato fisico risale al 1989, un nuovo album che non ho mai avuto occasione di ascoltare e di rapportare all’esordio.
Nel tempo ho rivalutato il disco “Earth and Fire” - che in quei giorni non reggeva il confronto con certi mostri sacri, seppur fosse in una fase embrionale - che ascolto con buona continuità e soddisfazione, e che consiglio vivamente a chi volesse entrare in un mondo di passaggio, quella striscia di confine che ha segnato la differenza tra la musica easy listening e quella di maggior impegno.
Voto sopra la media per “Earth and Fire”.
Ascoltiamolo…


Tracklist
1.      Wild and Exciting (Chr. and G. Koerts) – 4.06
2.      Twilight Dreamer (W. and M. Chr. Koerts) – 4.18
3.      Ruby Is the One (Chr. Koerts) – 3.28
4.      You know the Way (G. Koerts) – 3.48
5.      Vivid Shady Land (W. and M. Chr. Koerts) – 4.13
6.      21st Century Show (W. and M. Chr. Koerts) – 4.16
7.      Seasons (Kooymans) – 4.09
8.      Love Quivers (Chr. and G. Koerts) – 7.37
9.      What's Your Name (Chr. and G. Koerts) - 3.38
10. Hazy Paradise (Bonus track) - 3.47
11. Mechanical Lover (Bonus track) - 2.15

Line up
·         (Jerney) Kaagman - Voce,
         Hans Ziech - Basso
·    Ton van Kleij - Batteria
·     Chris Koerts - Chitarra
·      Gerard Koerts – Piano, organo