venerdì 14 agosto 2015

ROCK PROGRESSIVO 2. LINEE DI CONFINE-Stefano Orlando Puracchio


Stefano Orlando Puracchio propone la seconda puntata della sua indagine che intitola …

ROCK PROGRESSIVO 2. LINEE DI CONFINE

Se nel corso della prima riflessione il lavoro di Puracchio era volto ad una sorta di presentazione del genere prog, tra storia e terminologia, con una personale guida all’ascolto incentrata soprattutto sugli artisti di culto, questo nuovo atto ha un taglio più coraggioso, nel senso dell’indagine rivolta ad un periodo successivo al clou, arrivando sino ai giorni nostri.
Amo particolarmente il metodo utilizzato, quel “far parlare i personaggi” che fornisce sempre spunti oggettivi, frutto del pensiero di chi ha dato vita ad una nuova creazione o ad un progetto: le interviste permettono di svelare grosse verità e danno modo al lettore di entrare in un mondo che spesso si può solo immaginare.
Ma con chi ha parlato Puracchio? A chi si è dedicato anima e corpo?
Molto spazio è dato ad un prog ai più sconosciuto, quello proveniente dall’Ungheria, paese in cui SOP vive. Era già accaduto nel primo volume, ma in questo caso c’è un approfondimento che passa attraverso la musica dei Mini e dei Solaris, i cui rappresentanti raccontano il loro mondo all’interno di quello più ampio della musica progressiva mondiale.
E’ questo fatto casuale, legato a situazioni logistiche e ai luoghi in cui si vive, ma estremamente significativo, uno spaccato che dovrebbe spingere a pensare quante realtà interessanti esistano sparse sulla terra, di cui sappiamo poco o niente.
Dall’estrema nicchia si passa al super conosciuto, la musica dei Pink Floyd, con un approfondimento di un album, The Endless River, uscito tutto sommato con poco clamore e scarsi commenti, ma di indubbio interesse storico e musicale.
Rimanendo sul “confine” della musica e dei generi, arriviamo alla proposta degli AREA, band italiana mai dimenticata e considerata l’innovazione assoluta all’interno della rivoluzione musicale degli anni ’70. Dagli Area ai Perigeo il passo è breve e il pensiero di Bruno Biriaco, drummer della band, conferma l’immagine di un ensemble soprattutto Jazz, collocato da terzi in una casella -impropria-, come il sistema dell’epoca esigeva.
Interessanti gli spunti che arrivano da Beppe Crovella -Arti & Mestieri-, band in piena attività, e Renato Gasparini, chitarrista degli Agorà, che partendo dal passato sfocia nei nuovi progetti.
Conosco poco il prog danese, e leggere la genesi dei Secret Oyster ha scatenato in me il solito effetto domino che spero sia malattia comune dei lettori musicali, e che spinga quindi verso i Burnin Red Ivanhoe e tutto quanto esiste nel nord Europa.
Grande spazio è concesso ai Marillon, la band che, a inizio anni ’80, dona speranze ai nostalgici del genere progressivo, e dando il via a quello che è definito NeoProgressive. Steve Rothery, il chitarrista, rimane sul piano dell’ovvietà, ma l’analisi globale fornisce spunti rimarchevoli.
Quando si arriva al prog del secolo in corso SOP tocca le sponde di due band che conosco molto bene: Periferia del Mondo e Unreal City.
Giovani che intraprendono una strada complicata, e lo fanno con risultati sorprendenti, con le idee chiare e la consapevolezza che non si suona solo per se stessi, ed è quindi necessario un approccio manageriale che si affianca a quello artistico e sono testimone diretto del progetto Unreal, che ho seguito in prima persona.
L’altalena di quadretti riporta ai seventies, alla musica dei Metamorfosi, che tracciano il bridge tra ere rilasciando un nuovo disco -“Purgatorio”- di cui è fornita analisi dettagliata.
Il capitolo Gentle Giant riporta alla piena commistione tra classico e rock, certificata anche nei nostri giorni, se è vero che Gary Green -chitarrista- e Malcome Mortimore -batterista- si sono uniti ad un’orchestra per rivisitare sotto una nuova veste brani immortali -e difficilissimi da eseguire per comuni musicisti!
Il book si chiude con uno sguardo Oltreoceano, e l’intervista a RichardRich” Williams, chitarrista,  ci permette di entrare nel mondo dei Kansas, prog band americana.
E’ questo uno dei momenti in cui riesco a capire meglio l’intento e lo sforzo dell’autore, perché leggo tra le righe la voglia di porre l’argomento “prog” con un metodo diverso, facendo grande opera di sharing e convincimento verso chi, ancorato al passato più remoto possibile, perde la bellezza del nuovo, che non ha bisogno di una data per essere definito tale, ma è semplicemente rimasto nell’ombra sino a quel momento.
Ogni volta che capito sul prog americano scopro grosse sorprese e tutte piacevoli, scovando magari tempi dispari e hammond -elementi che prendo solo come simboli di una certa idea di prog- in terre note per il folk o il blues -Glass Hammer a Nashville docet.
Ritorno alla “banalità” espressiva di Rothery, quel “…per me c’è solo musica buona o cattiva…” e ancora “…la musica progressiva non ha regole ne confini… le etichette non hanno significato…”.

Tutto vero, come mettere in dubbio certe affermazioni, ma stabilire delle linee… di confine, magari anche solo temporale, è qualcosa che spinge all’indagine e al vedere oltre, e ancora una volta Stefano Orlando Puracchio ci indica una possibile via da percorrere.


STEFANO ORLANDO PURACCHIO

Stefano Orlando Puracchio nasce a Roma il 2 luglio 1980. Ha vissuto la prima parte della vita tra Roma e l'Abruzzo mentre adesso vive tra l'Abruzzo e l'Ungheria. Si è laureato in Scienze della comunicazione all'Università di Teramo; dopo aver lavorato nel campo giornalistico, ha conseguito il master in Giornalismo all'università di Teramo e nel 2009 è diventato giornalista professionista.
Ha diretto un giornale online, ha lavorato come autore radiofonico e conduttore per Radiofrequenza, la radio comunitaria dell'Università di Teramo, producendo programmi di critica musicale, televisiva e di spettacolo in genere. Ha anche curato uno speciale radiofonico sul Rock Progressivo per Radio Rai3 chiamato "L'ultimo guerriero". Alcuni suoi scatti sono stati utilizzati per il booklet del cofanetto del Prog Exhibition 2. Attualmente è un freelance e si occupa esclusivamente di scrittura.
Nell’estate del 2014 ha pubblicato il libro Rock Progressivo. Una guida: un piccolo ‘caso’ editoriale di cui critica e pubblico hanno parlato molto, un vademecum per capire il fenomeno del rock progressivo, con interviste ai protagonisti dell’epoca. Un anno dopo pubblica Rock Progressivo 2. Linee di Confine