giovedì 8 gennaio 2015

Adolfo Durante-"Libertà"


Non conoscevo Adolfo Durante e quindi posso solo “registrare” che il suo primo album solista, Stanza 219, è uscito nel 2012 e… la biografia ed i dettagli sono elementi disponibili nel sito di riferimento, indicato a fine post.
Mi focalizzo al contrario su ciò che ho avuto modo di ascoltare, vedere, percepire, sentire nell’aria, afferrare nel corso della fruizione di tutto ciò che è legato a Libertà, il disco fresco di rilascio di questo artista nato a Salerno, ma residente a Mantova: una sorpresa positiva.
Banalizzo chiosando che il concetto di “libertà”, applicato alla musica attuale, può anche significare esprimersi in qualsiasi modo lo si voglia, avendo cura di fissare il tutto su formato digitale per poi contribuire alla riduzione degli spazi esistenti riempiendo il mondo di dischetti in policarbonato, che ahimè, nessuno ascolterà mai (Bill Bruford docet). Santa tecnologia!
Anche il progetto di Adolfo Durante cresce ed evolve grazie a ciò che il nuovo mondo mette a disposizione, ma il fine mi appare come… libertà di ricercare la qualità.
Ricostruendo la storia di “Libertà” ho annotato come l’avvicinamento al momento clou sia stato accompagnato da vari steps, brani del futuro album proposti come micro movie, storie da raccontare, momenti da commentare lasciandosi coinvolgere.
Niente è lasciato al caso, tutto appare creato con estrema professionalità, e la singola clip risulta come rappresentativa della bontà del lavoro totale, un brand che fa presupporre che qualunque cosa arriverà successivamente sarà sotto il segno dell’eccellenza.
Io non ho vissuto questo tipo di approccio, avendo ricevuto il contenitore nella sua interezza, ma mi sono divertito a camminare a ritroso per poi ripercorrere la strada nel corretto verso temporale e ho trovato le conferme che cercavo.
Il disco è quindi la ovvia prosecuzione dell’antipasto musicale, e occorre a questo punto evidenziare in modo oggettivo tutti gli attori, partendo da musicisti importantissimi: Andrea Zuppini (chitarra), Gabriele Evangelista (contrabbasso), Bernardo Guerra (batteria), Francesco Bruni e Ferdinando Olivieri(chitarre), Natty Fred (corista), Lorenzo Forti (basso elettrico) e Pasquale Rimolo (fisarmonica). Sarà facile trovare in rete le importanti collaborazioni che arricchiscono il curriculum di questi virtuosi dello strumento.
Per realizzare il suo sogno Adolfo Durante si avvale delle liriche e della sensibilità di Sandra von Borries, affidando poi la produzione e gli arrangiamenti a Enrico Andreini.
Otto tracce tra cui è inserita una chicca, Per quanto bella sei, composta da Andrea Zuppini, che mette in musica un testo di Oscar Avogadro, mancato da alcuni anni ma indimenticato autore di brani evergreen.
Tutto questo ben di Dio è a disposizione di Adolfo Durante, dotato di una voce incredibile, forse unica nel suo facile e naturale passaggio tra i generi, con una modulazione che niente ha a che vedere con il puro esercizio o la prova di abilità, situazioni che spesso attraggono l’artista di talento, ma il cambio di frequenza avviene in funzione del topic che via via si propone.
Impossibile collocare la proposta in una delle tante etichette riconosciute, perché Libertà appare un album trasversale, dove il jazz si mischia all’etnia, la melodia sposa il rock, le trame classiche si impregnano di folk e i sentimenti viaggiano su atmosfere rarefatte. E’ questa è l’esperienza del passato, fatta di “musica nostra” e contaminazione multipla, di strada e studio.
E nasce così un album concettuale, anche se il focus musicale è di tipo cantautorale e non certo progressivo, contenitore in cui hanno sempre prolificato i concept.
La liason tra i vari momenti è quindi la libertà… eccoli elencati:
Battiluscio, Forse, Il funambolo, Irraggiungibile, Libertà, Luna gitana, Per quanto bella sei e Pioggia leggera.
Appoggi la puntina sul primo solco e… inizia la magia.
Le liriche di Sandra von Borries - e quella di Avogadro - si reggono da sole, sono concetti, poesie, immagini, dipinti, cuore e sostanza che guadagnano assoluta dignità nel momento in cui passano da testa a carta. Ma la completezza, la cornice, il matrimonio, arriva quando la musica, certa musica, interviene a fornire le giuste proporzioni e le parole camminano più veloci, e se si assimila il tutto con sufficiente sensibilità - e umiltà - troveremo che… “ … ah, è vero, è proprio così, lo avevo in testa da sempre ma non mi usciva fuori!”.
Questa possibilità di interazione mi pare elemento insostituibile, ma non alla portata di chiunque, perché non basta mettersi a tavolino per pianificare la perfezione, ma occorre molto di più, probabilmente un mix di talento e professionalità conditi dalla piena coscienza della realtà che ci circonda.
Adolfo Durante riesce in tutto questo, emozionando ad ogni giro d’angolo, raccontando il quotidiano attraverso metafore e piena realtà, descrivendo il suo concetto di “libertà”, uno stato che spesso pensiamo di possedere, governare e gestire, pur sapendo che i buoni propositi e l’onestà non sono sufficienti a spezzare le catene che qualcuno ci ha delicatamente messo, spesso con il nostro aiuto.
Libertà potrebbe anche essere realizzare il disco che si ha dentro da tanto tempo, da costruire con il team e le modalità desiderate, magari senza avere in testa il chiodo fisso della visibilità ad ogni costo, ma privilegiare il racconto personale, disegnato con trasporto e trasparenza: Adolfo Durante riesce a mio giudizio nell’intento, e a questo punto mi auguro che la cura degli aspetti meno artistici - ma necessari  per ottenere il giusto spazio - sia egualmente efficace, perché un disco di questa portata, nonostante le convinzioni generiche di Bill Bruford (“Autobiografia alla batteria”) la sua collocazione la troverà… la deve trovare.


POST RECENSIONE

Casualmente ho scritto queste poche righe in un giorno in cui la parola “libertà” è chiara a tutti o, meglio ancora, è palese la sua negazione. Da poche ore infatti è avvenuto l’attentato al Charlie Hebdo, fatto di cui mi sono “accorto” solo nel tardo pomeriggio. Bando alla retorica, mi preme dire che ognuno da per quello che può, e il contributo di Adolfo, Sandra, Enrico ed il Dream Team al completo, in questo triste giorno, mi appare ancora più concreto di quello che avrebbe dovuto essere.