giovedì 12 settembre 2013

IL NUOVO ALBUM SOLISTA DI FABIO ZUFFANTI: LA GENESI




Fabio Zuffanti racconta...

Orbene, cominciamo dall'inizio, ovvero dall'idea primigenia per questo nuovo album solo.
Dopo La foce del ladrone del 2011, un disco decisamente orientato verso certo pop, all'inizio di quest'anno mi è venuto in mente di realizzare un concept basato su un libro che amo molto: Lo specchio nello specchio di Michael Ende, una raccolta di racconti surreal/gotico/grotteschi che ho sempre adorato. Essendo una passione del tutto personale ho deciso da subito di farne il mio quarto album solista.
Il percorso musicale nei dischi a mio nome è stato fin’ora alquanto frastagliato: sono infatti passato dall'elettronica del primo lavoro (Fabio Zuffanti, 2009), al cantautorato ambient del secondo (Ghiaccio, 2010), alla canzone tout-court de La foce....
Con il quarto volevo una svolta totale tornando alle mie radici prog, ma arricchendo il tutto con il grande bagaglio di esperienze e ascolti accumulati in questi vent'anni di musica. Il prog sinfonico, certo, ma anche il jazz-rock, il post-rock la psichedelia e moltissimo altro.
La composizione delle sette tracce che faranno parte del cd è iniziata lo scorso marzo e mi ha impegnato fino a maggio. Solitamente compongo con la chitarra acustica o il pianoforte. Mi siedo, butto giù diversi riff e mi faccio trasportare dalla canzone che dopo poco sembra dirigermi e impormi la direzione da prendere. Non decido quasi mai a tavolino quanto deve essere lungo un pezzo, quanti cambi di tempo deve contenere e quante atmosfere. Semplicemente la canzone decide da sola tutto ciò.
Mentre componevo le linee guida strumentali ci scappava anche qualche melodia cantata, ma alla fine quelle contenute nel disco sono risultate poche, minimaliste e sistemate in punti ben precisi. Nel calderone di idee c’era anche un brano strumentale molto pinkfloydiano che però non mi convinceva in pieno, specie dopo che un giorno, del tutto inaspettatamente, ho partorito un altro pezzo che si è rivelato essere una delle cose più incredibili che io abbia mai realizzo. Incredibile perché è letteralmente un pezzo pazzo, con cambi continui/impossibili e mille sfaccettature. Dal prog, al jazz, al funky, all'hard, a Zappa e ritorno. Tutto in pochi minuti (con i suoi quattro minuti è infatti il pezzo più breve dell'album). Questa cosa è cresciuta fino al punto da farmi pensare a essa come pezzo-simbolo del disco. La quarta vittima” (questo il titolo) sarà quindi il “singolo” e relativo video che proprio in questi giorni sto progettando. Una scelta che farà discutere.
A parte questa sorpresa finale il resto della composizione si è svolto in maniera fluida e senza particolari intoppi, e credo di essere riuscito a fissare in musica molte delle atmosfere di cui il libro di Ende è permeato.
Create le strutture di testi e musiche mi sono apprestato a realizzare dei demo casalinghi con arrangiamenti basilari per dare un’idea dell’insieme ai musicisti che vi avrebbero suonato. Nel frattempo ho discusso con l'etichetta discografica (AMS) di tutti i dettagli e, ottenuto l'ok per il progetto, e ne ho parlato con il mio uomo di fiducia: Rossano “Rox” Villa, patron degli Hilary studio.
Essendo un musicata totalmente autodidatta sono molte le nozioni tecniche che mi sfuggono, e spesso tendo a comporre infilando dentro mille idee, a volte un pò difficili da razionalizzare per chi vi dovrà suonare. Da musicista e fonico dotato di orecchio sopraffino quale egli è, Rox mi aiuta a sistemare il tutto, a rivedere le parti e a scegliere i musicisti. Oltre ciò mi suggerisce un sacco di nuovi e interessanti spunti per arricchire il progetto. Con piena fiducia gli ho quindi assegnato il compito di direttore artistico.
 Agli inizi di luglio eravamo pronti per iniziare!

P.S. Per chi fosse interessato a leggere il libro di Ende, lo si può trovare online al seguente link:

Se posso permettermi però vi consiglierei il caro vecchio metodo dell'acquisto e della sana lettura in poltrona: