mercoledì 5 giugno 2013

Pensiero Nomade-Imperfetta Solitudine


Imperfetta Solitudine è il nuovo album di Pensiero Nomade.
Una evoluzione rispetto al precedente Materia e Memoria… un atteggiamento “nomade” è per definizione itinerante, e la strada intrapresa da Salvo Lazzara, Luca Pietropaoli e  Davide Guidoni è quella della ricerca, della sperimentazione, dell’indagine introspettiva naturalmente legata a quella strettamente musicale.
Esiste un’idea portante, un concetto che le parole degli autori fanno emergere, pensiero che estrapolo dall’intervista, e che giustifica il titolo del disco:

“L'idea guida e' stata quella  di accostare, fondere senza confondere le storie raccontate dalla chitarra e dalla tromba; il racconto solitario di due strumenti, come due persone che per caso nello stesso posto, scoprono di avere storie comuni da dividere. È in questo senso la solitudine si scopre imperfetta, perché nel contatto fra strumenti diversi puoi ancora distinguere le personalità di ognuno, ma su uno sfondo comune”.

E’ questa un’immagine incredibilmente poetica, fortemente simbolica, e la personificazione di due strumenti, di per sé già carichi di anima e cuore, racchiude un messaggio di grande speranza, un quadretto dove le diversità individuali emergono come caratteristica positiva, ma vengono messe a disposizione della collettività: il gioco di squadra paga in ogni situazione, anche se pochi ne conoscono il reale significato.
E in questo percorso il trio miscela jazz a fasi acustiche, osando maggiormente - rispetto al passato - sul versante elettronico, forse scoprendo che il corretto uso della tecnologia può essere funzionale a qualsiasi progetto.
Imperfetta Solitudine  è un album strumentale, un tracciato composto da step rarefatti, di assoluta atmosfera, apparentemente totalmente  godibile in una dimensione domestica, sfoderando vecchi riti di piena comunione; ma un test - obbligato - mi ha permesso di scoprire la piena accessibilità anche in situazioni di decisa routine - viaggio in auto - che mi hanno fatto scoprire dettagli e spazi nascosti. Un grande lavoro, un album che ci si auspica di vedere performato su di un palco, davanti ad un degno pubblico.


L’INTERVISTA

Sono passati circa due anni da quando incontrai la tua/vostra musica. Che cosa è accaduto in questo lasso di tempo?
Fondamentalmente dopo Materia e Memoria sentivamo il bisogno approfondire la  ricerca sul timbro più naturale possibile dei nostri strumenti, e in parte di semplificare il linguaggio, la composizione, mantenendo le premesse di fondo di tipo stilistico, ma asciugando, per così dire, sottraendo. Ne è venuta di conseguenza anche l'esigenza di strutturare le composizioni attorno ad un linguaggio più immediato e con meno sovrastrutture.

Che tipo di evoluzione rappresenta “Imperfetta Solitudine” rispetto a “Materia e Memoria”?
Un avvicinamento maggiore al jazz, anche se contaminato con l'elettronica, per quanto riguarda la tromba, e virato in acustica per le chitarre, un accostamento a certi esperimenti contemporanei più o meno recenti, e un'attenzione per le dinamiche e l'interplay più accentuata, anche se il risultato ancora si può accostare al progressive più cameristico. Il pretesto, ma solo un pretesto, e' stato l'ascolto di un album di Ralph Towner e Paolo Fresu. Da li siamo partiti decostruendo il concetto di duo; le percussioni si sono unite dopo, così come le parti di contrabbasso e quelle vocali.

Ci sono state modifiche alla line up?
Pensiero Nomade e' un progetto di tipo modulare, con dei margini di flessibilità. Una contrazione della line up, era necessaria per il discorso portato avanti nel cd, partendo da me e Luca, con gli inserti di Davide.

Che cosa racconta “Imperfetta Solitudine”, esiste un fil rouge che lega le varie tracce?
Non direi un filo rosso, piuttosto un insieme, un collage di brevi storie, tenute insieme da un concetto guida e da comuni atmosfere, evocate dalle scelte timbriche più o meno omogenee degli strumenti.

Ci eravamo lasciati con un’assenza di fase live di Pensiero Nomade… è cambiato qualcosa sotto questo punto di vista?
Stiamo lavorando ad uno sviluppo live di questo progetto, ma vogliamo ragionarlo per bene, definire in maniera chiara gli obiettivi, in termini di tipologia di luoghi e situazioni dove proporsi.

Mi racconti qualcosa sui vostri progetti futuri?
Approfondire questi concetti, e lavorare ancora sulla definizione delle nostre strategie sonore, sulla composizione di brani non necessariamente complessi, da affrontare quasi in maniera architettonica. 


Line up:

Salvo Lazzara: chitarre
Luca Pietropaoli: tromba, flicorno, contrabbasso, elettronica, voce
Davide Guidoni: percussioni

BARCAROLA
CERCHI D’ACQUA
DANZA NOTTURNA
CALCE E CARBONE
LA COLOMBA E IL PAVONE
TOURNESOL
PRIMA DELL’ESTATE
SCIROCCO
IMPERFETTA SOLITUDINE
SENSITIVE
VERSO CASA