giovedì 4 aprile 2013

Intervista a Keith Emerson



Articolo apparso su MAT2020 di Febbraio

“Se vuoi un'intervista con lui… i prossimi giorni potrebbero essere buoni.
Fammi sapere, è in Inghilterra ancora per qualche giorno, poi torna in USA”.

La proposta ricevuta è quella di Corrado Canonici e la persona da intervistare un certo Keith Emerson. Potevo tentennare davanti a tale occasione?
Inutile dire cosa rappresentino per me uomini come lui, musicisti con cui mi sono formato e che mai avrei pensato di incontrare.
In questo caso non è stato dialogo in tempo reale, ma un passaggio rapido di mail… questa è la tecnologia, che da un lato toglie e dall’altro da.
Non erano passate ventiquattro ore dall’invio del mio file che già avevo le risposte in mano: attraverso un po’ di ironia e sarcasmo, Emerson fornisce punti di vista interessanti, e i suoi pensieri non appaiono per niente come una forzatura dettata dalla circostanza.
Importanti sono anche le rassicurazioni sul suo stato di salute, e in qualche modo si legano al mio ultimo quesito, quello in cui chiedo se lo rivedremo in Italia e lui… lascia una piccola porta aperta.

Innanzitutto grazie di aver accettato di rispondere a qualche domanda, il pubblico italiano ti ama e te ne sarà grato.
Vorrei ripercorrere un po’ di storia recente, ma devo partire da un ricordo lontano, di circa 40 anni fa, quando vidi ELP al Palasport di Genova ed ero adolescente… uno shock per me! Che ricordi hai di quei giorni?

Credo che la mia ancor buona memoria potrà aiutarmi nel rispondere alle tue domande. Naturalmente è sempre una grande soddisfazione uscire dal proprio paese per proporre la musica in una nazione in grado di comprendere un cibo complicato come gli spaghetti. Ho sempre pensato che gli spaghetti crescessero sugli alberi, e che potessero essere usati per fare dei maglioni!

Un altro piccolo passo indietro. Il mio amico Pino Tuccimei, il più famoso organizzatore di concerti del passato, in Italia, mi ha raccontato di una volta in cui il pubblico protestava e voleva entrare gratis ad un vostro concerto, e tu accolsi alcuni di loro in camerino per ascoltarli… ricordi qualcosa di quei momenti così difficili, forse incomprensibili per un musicista arrivato dall’Inghilterra?

Beh, certo, erano altri tempi, ora con Internet-You Tube… è tutta un’altra cosa! Edgar Broughton può aver dato lo start, ma non lo ritengo responsabile di quanto accaduto in seguito. Tornando agli anni '50 e '60, è stato un periodo contraddistinto dalla parola “libero”… libertà nell’amore, libertà di parola e… libertà di infettarsi. Tutto potrebbe essere libero se si riuscissero a rompere le barriere evitando però di essere arrestati, e in tutto questo non ci sono differenze tra ieri e oggi.
Se hai bisogno di un idraulico per riparare il tuo bagno, pensi che sarà felice se lo pagherai suonando una canzone? Molto presto terminerà lo scambio di moneta.
Noi tutti dobbiamo guadagnarci da vivere per comprare il cibo. Niente cibo, niente musicisti. Fa un po’ tu!
 Sono sicuro che qualcuno ti sta pagando per realizzare questa intervista!!!

Arriviamo a tempi più recenti. Risale ad una decina di anni fa la reunion con i Nice… come giudichi quell’esperienza?

E 'stato come tornare a casa per me!
Io amo i ragazzi. Con Lee Jackson ... parliamo regolarmente al telefono. Purtroppo Brian non è più con noi. Siamo stati sicuramente dei “ piloti collaudatori” e abbiamo gettato le basi per le tendenze future e per idee più raffinate che sarebbero nate a seguire.

Nel 2006 ti ho rivisto suonare nella mia città, Savona, e sei apparso in splendida forma, e soprattutto hai entusiasmato il pubblico. Ti diverti ancora quando sei sul palco?

Non ricordo quel concerto  e quindi non ho idea di come fosse la mia forma, fisica e interiore. Oh… eri nelle tre ultime file, ora ricordo, avevi i capelli più lunghi allora!
Ad ogni concerto a cui ho partecipato sono sempre stato al meglio delle mie capacità, senza aver mai fatto uso di droghe o di alcool.
Qualche volta il pubblico può tirare fuori il meglio di te, e tu rispondi di conseguenza. Altre volte devi solo lasciarti andare. Capita la stessa cosa se si esce per una serata e ci si ritrova a conversare con altra gente…  se si può si da il proprio contributo, in caso contrario si cerca di essere un buon ascoltatore.

Un mese fa ho partecipato ad una conferenza stampa il cui protagonista era Greg Lake. Come sempre accade in queste occasioni, tutti erano interessati ad una riunione di ELP, o almeno parte di esso. Al di là dell’aspetto più… romantico, esiste la volontà di ritrovarsi e di riproporsi insieme?

Non è mai esistito alcun “formato ELP”, a differenza dei Beatles che erano un gruppo molto unito. ELP, in rigoroso ordine alfabetico, erano tre singoli individui, e sono contento che sia io che Greg che Carl abbiamo trovato felici percorsi individuali, pubblicizzando le nostre imprese personali.
ELP è come una palla di mercurio, se la lasci cadere si frantuma e si sparge in molteplici direzioni.

Come è cambiato il mondo della musica dai tuoi inizi ad oggi? Apprezzi l’evoluzione tecnologica che ci ha cambiato la vita?

Non più del primo uomo delle caverne quando scoprì che con il fuoco poteva cuocere la sua preda. Mi sarebbe piaciuto vedere la scena.
La moglie: “ Perché  la getti sul fuoco?”.
Lui: “ In realtà lo sto scoprendo ora, dal gusto si direbbe una bella cosa!”.
Naturalmente la tecnologia ha cambiato la mia vita.
Il computer è un fastidio e un pesticida di cui vorrei fare a meno.
Sono molto triste quando vedo i giovani passare il tempo con i loro piccoli gadget, con un’intensità difficile da descrivere.
“Leggete un libro, guardate l’altra gente ... parlate, andare a fare una passeggiata… non potete preoccuparvi dei problemi dell’alcolismo, delle droghe o degli abusi sessuali, mentre  siete seduti davanti a un maledetto computer, a vegetare per dodici ore!
Sono della vecchia scuola, e scrivo con carta e penna. Questo è un dato di fatto!
Credo di essere stato molto più creativo negli anni ‘70 perché non c'erano fastidiose interferenze  derivanti da e-mail, facebook, twitter, blog, ecc.

Spero di non toccare punti dolorosi. Recentemente sei stato colpito da una malattia da cui sei guarito. Come ti hanno cambiato  la sofferenza e la paura di quei giorni?

Ti ringrazio per la tua delicatezza.
In realtà oggi sto molto bene. Sono in grado di fornire come prova le ultime analisi del sangue e la risonanza magnetica, per di dimostrare che sono assolutamente a posto.
Prima di ogni tour è necessaria una visita medica completa, ed è questa una procedura standard legata a fini assicurativi. Nel mio caso si trattava di una colonscopia e in quella occasione si è trovato qualcosa che non andava bene.
Ero andato in ospedale per quella che avrebbe dovuto essere una permanenza di due giorni, e invece sono stato lì per tre settimane, perché il resto del mio colon non aveva aderito. Non è stata un'esperienza piacevole!

La scorsa settimana  ti ho visto in televisione. Hai mantenuto qualche rapporto con musicisti italiani conosciuti negli anni 70?

No, ma mi piacciono, e per qualche motivo loro amano me. Trovo questo meraviglioso. Vorrei capire la lingua italiana, al fine di comunicare più con le parole che la sola musica. Comunque, la maggior parte della musica è scritta in italiano.

Come giudichi l’attuale stato della musica? C’è crisi di talenti o esistono ragioni profonde che soffocano creazioni originali e di qualità?

Non vedo una crisi talenti, ma una disperata speranza di successo immediato, di soddisfazione e riconoscimento. Si deve passare attraverso l’apprendistato, non ci sono scorciatoie, oppure suonare per il proprio divertimento, proprio come io faccio spesso. Per coloro che non hanno fatto la gavetta, l'esposizione pubblica improvvisa può essere devastante.
Il modo più umano di uccidere un’ aragosta è quello di mentirle alle spalle e poi metterla nel freezer dove va a dormire.
X Factor e tutti gli spettacoli simili, ti  buttano nell’acqua bollente senza alcun riguardo per le conseguenze. Purtroppo, tutti vogliono questi spettacoli, e desiderano raggiungere il traguardo senza fatica alcuna.
Andy Warhol ha scritto: "Ognuno avrà i suoi 15 minuti di fama". Quello che ha trascurato di dire a proposito della fama è che una volta che l’hai sperimentata, per quanto breve sia, ne vuoi sempre di più, e può diventare una droga.
La tecnologia, ovviamente, avrà sempre il sopravvento nel fornire rapide soluzioni per trasformare le idee in realtà, ma per arrivare a quelle idee è necessario il soffio di un’anima vivente.
Ho appena sentito una composizione scritta attraverso il computer e suonata da un violinista e un pianista.
Spazzatura assoluta! 

Che musica ascolta Keith Emerson quando si rilassa?

Oltre la mia, la parola parlata. La voce umana è meravigliosa così come il canto degli uccelli.

Lo scorso anno hai inciso un album con orchestra, in Svezia. C’è la possibilità di vederti partecipare ad un tour orchestrale?

Se qualcuno se lo potesse permettere… sì. La parte burocratica è a posto e la macchina è pronta  a mettersi in moto.

Sei contento di tutto quello che hai fatto o ... cambieresti qualcosa se potessi tornare indietro?

Sono estremamente felice e non cambierei una sola virgola di quello che ho fatto. Anche gli errori forniscono nuove opportunità.

Un ultima domanda… ti rivedremo in Italia per un concerto?

Perché il punto interrogativo? Potrebbe accadere!