mercoledì 19 settembre 2012

JUST


Attraverso Pino Tuccimei, uno dei grandi uomini del movimento musicale degli ultimi decenni, sono arrivato ai JUST, gruppo vocale di belle speranze, fresco di affermazione al Premio Bruno Lauzi.
Ho ascoltato in anteprima alcuni brani e ho potuto apprezzare delle qualità canore non comuni. Un bella voce, magari il frutto di un dono celeste, può arrivare a  chiunque e ovunque, ma quando le voci numericamente aumentano, e il risultato deve obbligatoriamente essere una buona sintesi, pur nel rispetto delle individualità,  tutto si complica, sia per chi crea che per chi ascolta. In questo caso tutto appare naturale, quasi semplice, e le felici vocalizzazioni diventano l’espressione di un gioco di squadra che mi auguro questi giovani siano in grado di mantenere a lungo, come base per arrivare all’obiettivo posto.
Nessuna ricerca del Talent Show per emergere - eppure sembrerebbero fatti apposta - ma ricerca di stradi alternative, seguendo la logica del… se siamo bravi ce la faremo comunque… a volte utopistica, ma di grande soddisfazione se coronata da successo.
A seguire un rapido scambio di battute per conoscere meglio questi giovani, e un esempio musicale significativo. Ed ognuno potrà farsi la propria idea.

Ho chiesto a Pino Tuccimei qualcosa in più in relazione al Premio musicale a cui facevo accenno.

Il Premio Bruno Lauzi  rappresenta nel panorama Italiano una delle manifestazioni più qualificate, assieme al "Tenco", per i giovani cantanti/compositori Italiani. Quest'anno si è svolta la 5° edizione. Nella giuria presieduta, dal Maestro  Gianfranco Reverberi, erano presenti Mariella Nava, Rosanna Lambertucci, Marino Bartoletti - noto appassionato di musica - , Edoardo Vianello, Giampiero Mughini, Carlo Marrale, Maurizio Lauzi, Franco Fasano, Giancarlo De Cataldo (romanzo Criminale, regista e scrittore), Pietro Gargano, Alfredo Morabito, Giampaolo Longo, Alberto Zeppieri. La finale si è tenuta nell'Auditirium di Anacapri, strapieno e con il pubblico che affollava anche le scale di accesso e il foyer (a causa del maltempo la manifestazione si è tenuta al chiuso).
I JUST hanno vinto il premio come migliore brano musicale ed interpretazione. Attestati di grande considerazione sono giunti ai ragazzi nella cena post spettacolo quando pubblicamente si sono esplicitamente dichiarati entusiasti di loro alcuni rappresentanti della giuria, appena citati, in primis Maurizio Lauzi, figlio di Bruno.



L’INTERVISTA

Come e quando nasce la vostra passione per la musica?

E’ iniziato tutto per gioco, nel 2010, tutti e quattro eravamo cantanti solisti; ci siamo conosciuti frequentando lo stesso insegnante di canto. Abbiamo deciso di divertirci insieme unendo le nostre voci, la cosa si è evoluta e ne abbiamo fatto un vero obbiettivo comune.

Quali sono i vostri punti di riferimento musicali?

Prevalentemente i “westlife”, un gruppo vocale (si sono ritirati dopo 14 anni proprio quest’anno). Ci piacciono le loro musicalità dolci e coinvolgenti. Backstreet-boys, Wham, Take-that, ma anche I pilastri della musica internazionale,  Michael Jackson, Madonna, Steve Wonder, Ray Charles, Frank Sinatra ecc…

Da quanto ho potuto ascoltare siete un gruppo prevalentemente vocale. Siete anche strumentisti?

No, siamo esclusivamente gruppo vocale.

Nei due brani che ho sentito, cantate nella doppia lingua, italiano e inglese. Qual è la vostra reale dimensione?

Italiana senza dubbio. Vogliamo inserirci come nuovo e unico gruppo vocale italiano in questo momento.

Probabilmente avrete iniziato a cimentarvi con le cover. Quanto è importante per voi il lato compositivo?

Si, è iniziato così infatti, ma non ci piace essere visti come cover-band, quindi stiamo lavorando a pezzi completamente nostri. Il percorso non è semplice perché bisogna trovare le melodie giuste per poter inserire le quattro tonalità vocali differenti. Noi poi siamo alla ricerca di qualcosa di giovane e fresco che possa avere un forte impatto a livello emozionale, ricercare quelle musicalità romantiche che possano far emozionare i giovani d’oggi.

La musica pop è spesso collocata in una “sfera di semplicità” in quanto di più facile presa. E’ davvero così facile realizzare brani di forte impatto?

Assolutamente no, proprio perché nella semplicità delle cose si rischia di cadere nel banale. L’impatto poi varia da periodi a periodi, un brano di oggi potrebbe avere forte impatto in un futuro venturo. Tutto sta nel trovare un punto di incontro tra quello che si vuole trasmettere e quello che vuole essere recepito.

E’ facile ipotizzare che un gruppo come il vostro poteva aprire le porte di uno dei tanti talent show che popolano la rete. Qual è la vostra opinione su quel tipo di contenitore?

Il mondo televisivo affascina sempre, ti da grande visibilità ma pensiamo possa non essere sempre la strada giusta, si rischia di “bruciarsi” si rischia di dare un idea sbagliata di quello che si è. Preferiamo passare per altre strade.

Cosa significa poter godere dei consigli di un esperto come come Pino Tuccimei ?

Significa tantissimo, Pino è la storia della musica italiana degli ultimi 50 anni. E’ una persona di grande gusto musicale e di esperienza nel  settore, per noi è onore lavorare insieme a lui.

Recentemente avete vinto un premio ad una manifestazione di rilievo. Che tipo di esperienza è stata?

Bellissima! era la nostra prima uscita ufficiale e non ci aspettavamo un risultato del genere; non siamo finti modesti, eravamo consapevoli che il pezzo era buono così come la nostra preparazione musicale, ma il risultato è stato oltre le più rosee aspettative. Sono esperienze che ti arricchiscono dentro e che soprattutto creano solidità nel gruppo.

Provate ad esprimere un desiderio musicale … cosa vorreste vi accadesse nei prossimi due anni?

Emozionare, appassionare, lasciare il segno nella musica italiana e non solo (speriamo).