lunedì 6 agosto 2012

Crystal Phoenix


L'album di cui mi appresto a parlare è “Crystal Phoenix”, dell'omonima band, un disco “antico”, ma di recente ristampa, una riedizione proposta dalla Black Widow Records di Genova. Ed è proprio Massimo Gasperini, il fondatore dell'etichetta discografica, che racconta l'incredibile storia legata a questa opera prima:

Credo fosse l’ 89… lavoravo in una importante emittente radiofonica di Genova e una sera invitai il mio amico Renato, che presto diventerà il cantante dei Malombra, il quale mi portò questo album in vinile ovviamente e mi propose di trasmetterne un pezzo.
INCREDIBILE, fu amore a prima vista!
Ancora più incredibile era che lui il disco lo aveva comprato nel negozio accanto a quella che diventerà nel '90 a BLACK WIDOW RECORDS.
Ancora più assurdo era che l’album era assolutamente introvabile, pure essendo stato edito per un' etichetta sconosciuta di Savona.
Comiciai le ricerche dopo aver scoperto che la ragazza che cantava e suonava l’ ARPA si chiamava Myriam ed era di Domodossola; a tentativi, tramite elenchi telefonici, riuscii a trovarla e le chiesi di raccontarmi la sua storia e di spiegarmi come mai un disco appena registrato fosse già introvabile.
Semplicemente per disaccordi (ho capito che questi erano molto comprensibili) con l’etichetta, il loro accordo si era interrotto e la casa discografica aveva deciso di mandare al macero le copie restanti di questo piccolo capolavoro.
Contattai i discografici, ci incontrammo e ritirammo i master su boibine dopo aver pagato il deposito.
A questo punto seguì la nostra ristampa in CD con regolare contratto con l’artista; dopo qualche mese giunse un FAX in negozio di questa etichetta della KOREA, la SIWAN, che chiedevano un incontro col loro direttore che ci avrebbe fatto visita entro qualche giorno.
Dopo averlo sistemato nel migliore albergo della zona di Principe, lo andai a prendere alla stazione e presto capii che il motivo della sua vista era CRYSTAL PHOENIX: lo aveva in qualche modo ascoltato, - noi già a quel tempo facevamo promozione nel mondo - e lo avrebbe voluto stampare in Korea.
L’accordo fu semplice e positivo per tutti, in Korea venne stampato in vinile a poster, stampa limitata in marmo e due diversi formati di CD con copertina diversa ( l’originale era troppo Dark per loro). I contatti con la SIWAN vanno ancora avanti, loro hanno comprato altre nostre licenze e recentemente hanno fatto suonare IL TEMPIO DELLE CLESSIDRE a Seoul, e uscirà presto un DVD… Crystal Phoenix dopo 6-7 anni hanno registrato per noi un secondo album e può darsi che seguirà un terzo. Intanto noi, dopo 20, anni abbiamo messo fuori una nuova edizione del primo album con 4 bonus tracks.
La storia continua...”.

Un album ricco di di idee originali e contaminato da vari stili, come giusto che fosse, vista la giovinezza della leader della band, la polistrumentista Myriam Sagenwells Saglimbeni.
A risentirlo a distanza di molti anni dalla creazione appare come un lavoro fresco e quasi innovativo, probabilmente “vivo” per la semplice intuizione di un appassionato di musica, colpito dal primo ascolto.
Per saperne di più dei Crystal Phoenix leggere l'interessante intervista a seguire e visitare il loro sito ufficiale:



L'INTERVISTA

Cominciamo con un’apparente banalità (ma trovo che spesso ci sia correlazione, magari inconscia, con la filosofia musicale della band): da dove arriva il nome “Crystal, Phoenix”?

Non è una banalità… ci ho pensato a lungo, prima di scegliere questo nome.
La fenice di cristallo perché: il cristallo (è una roccia) è apparentemente durissimo ma si può rompere, la fenice risorge sempre dalle ceneri, quindi si rialza sempre… un po’ come mi sento io.

Massimo Gasperini mi ha raccontato l’incredibile storia legata alla vostra conoscenza. Che ricordi hai/avete di quel periodo?

Sicuramente bei ricordi! Certamente, la carriera musicale in Italia non è facile e le poche cose positive servono a darti forza.

Myriam, che tipo di cultura musicale hai alle spalle, quali musicisti ti hanno maggiormente influenzata?

Ascolto musica a seconda dello stato d’animo in cui mi trovo, ma in particolare mi piacciono i generi che danno la carica: Manowar, Malmsteen, Randy Rhoads (Ozzy Osbourne), TNT, Thy Majestie, ma anche musica irlandese tradizionale, la McEnnith o, più recentemente, ho apprezzato moltissimo il pezzo presentato per la Macedonia da Kaliopi, al Festival Europeo della Musica. Mi piace Vivaldi e trovo geniale Bach … Ascolto un po’ di tutto.

Come nasce l’idea, nel 1989, di realizzare un album da “one woman band”?

Da necessità virtù: avevo in testa un concept fin da piccola, e mi sentivo di poterlo raccontare solo in musica. Ho partecipato ad un concorso e sono stata selezionata insieme ad altri quattro artisti, per l’incisione di un album. Essendo una ragazzina, non mi si dava molta fiducia, per cui, non avendo una band stabile, ho dovuto occuparmi di tutto quello che sono riuscita a fare da sola (giudice, giuria e boia avrebbe detto mio nonno!). Riguardo un pezzo, per esempio, ho dovuto aspettare di riuscire a suonarlo tecnicamente, perché l’avevo in testa, ma non riuscivo ad eseguirlo come avrei voluto (parlo della parte di chitarra in Black out, nel secondo lavoro). Non ho potuto frequentare il conservatorio e ho dovuto arrangiarmi. E’ ovvio che alcune cose avrebbero potuto essere più migliorate con un po’ più di risorse. Per esempio: non sapendo suonare la batteria e non essendo un batterista, l’accompagnamento sintetizzato era un po’ in scatola…

Ho ascoltato con attenzione - e stupore - il vostro album omonimo. Riuscite a mantenere intatta l’atmosfera generale anche in fase live?

Ci si prova sempre, e all’ascoltatore l’ardua sentenza!

Che cosa vi è accaduto negli ultimi venti anni, dal momento che esiste solo un “secondo atto”, The legend of the two stonedragons”?

Accade che bisogna ‘sopravvivere’… quindi non potendolo fare come lavoro, ho dovuto anche trovarmene uno che, piacendomi, me lo permettesse…

Tra il primo album ed il secondo sono passati 14 anni. Se nel primo le metafore si rifanno a storie medioevali, nel secondo si è proiettati nel futuro... una buona differenza concettuale. Come è cambiato il vostro modo di realizzare e interpretare la musica?

Forse per il genere di studi che ho intrapreso, o forse per attitudine, non so, ho sempre visto e percepito ogni cosa su tre livelli. Tipo: concetto, significante e significato. Il concetto si esprime con il linguaggio che ha dei ‘segni’ verbali che però possono essere fraintesi. La musica è il linguaggio più immediato, universale perché scavalca i segni che sono le parole e tocca direttamente le sensazioni. La musica può far ricordare (passato) ed immaginare (futuro) con l’ascolto (presente). Da piccolissima pensavo che le persone si potessero capire tra loro guardandosi negli occhi, poi ho capito che questo linguaggio non verbale è andato perso, il concetto mimetizzato e occultato con le parole. Quindi l’unica cosa che rimane intoccabile, al di là di ogni parola resta la musica. Essa non mente.
Le emozioni sono state sempre le stesse, nel passato, nel presente ed anche nel futuro lo saranno… quindi, ho pensato una storia che si snodi in questi tre momenti, strettamente collegati tra loro. Passato e presente determinano il futuro (per due punti passa una e una sola retta), serve affrontare il passato, poi scegliamo il presente di momento in momento, quindi in questo senso determiniamo il nostro destino e stabiliamo il futuro (libero arbitrio).
Non si scappa da se stessi, ecco il tema del concept. Ogni personaggio è una parte di una storia, che è la storia di ognuno di noi. Ho cercato in modo più o meno riuscito, di raccontare questo. Nel tempo ho trovato persone che la pensassero come me e abbiamo continuato a lavorarci. Questo ha portato ovviamente altre idee stilistiche, che si sono inserite con le altre.

L’artwork dell’album - o almeno i disegni di copertina - è stato realizzato da Myriam. Da dove nasce l’amore per il disegno?

Sempre dalla necessità di esprimere delle sensazioni che le parole non bastano a raccontare, come per la musica. In particolare cercavo di pensare un lavoro organico, che si muovesse in più campi artistici. Ascoltando musica esprimevo attraverso il disegno, le mie emozioni.

Un’artista e una band che si muovono tra passato e futuro, che importanza danno alla tecnologia attuale, internet in primis?

La comunicazione è importante, la tecnologia offre strumenti che sta a noi imparare ad usare. Internet offre una velocità di informazione, che però banalizza e superficializza. Per ‘attirare l’attenzione’ si escogitano quindi espedienti sempre più basati sull’involucro. Non ci si guarda più negli occhi, prendendo il coraggio di ciò che si dice e si fa, si resta nascosti dietro lo schermo. Come tutte le cose, non è negativo, ma negativo ne può diventare l’uso fatto o l’abuso. Rifiutare a priori non è mai stata una scelta giusta. Serve aggiornarsi: è importante non vivere fuori dal proprio tempo.

Provate a disegnare il vostro futuro, tra desideri e progetti, da oggi al 2015.

Se, come credo, questa formazione rimarrà stabile, l’idea sarebbe quella di lavorare dal vivo. I pezzi del prossimo lavoro ci sono (sarebbe stato la conclusione del concept con la parte finale futuro-presente), ma tutto dipende. Spero di non morire di vecchiaia nel frattempo… Non potendo fare il musicista di professione, ringrazio tantissimo chi, come la Black Widow, ha creduto in questo lavoro, dando la possibilità di fare questo, che comunque non è poco...



Tracklist:

1. Damned Warrior 02:40     
2. 474 Anno Domini 05:06     
3. Somewhere, Nowhere Battle 04:37     
4. Loth-er Siniell 05:01     
5. Heaven To A Flower (Part 1);
   
Violet Cristal Phoenix (Part 2) 06:42     
6. Dark Shadow:
   
1) The Dove And The Bat;
   
2) The Last Flight 07:13     
Bonus Tracks:
7.  Damned Warrior (Demo Tape 1989)
8.  Heaven To A Flower (Demo Tape 1989)
9.  The Dove And The Bat (instrumental Demo Tape 1989)
10. 474 Anno Domini (2011 Version)




Line-up 1989:
Myriam Sagenwells Saglimbeni - Vocals, Guitars, Bass, Harp
Silvio Tomà - Guitars
Patrizio Prametti - Guitars
Roberto Mazza - Drums


Line-up 2012:
Myriam Sagenwells Saglimbeni - Vocals, Guitars, Bass, Harp
Raymond (Remo) Sgrò - Piano, Keyboards, Flute, Bass  
Andrea (Andrew) Amico - Drums