martedì 17 luglio 2012

I TRIP tornano a casa... il resoconto del concerto di Alassio


Quando alcuni anni fa ho avuto la possibilità di parlare direttamente con  Joe Vescovi,  musicista con cui ho in comune la città di origine, tra i tanti ricordi rispolverati  era nata anche una piccola speranza, quella di rivedere i TRIP ancora insieme, magari in un tour che toccasse anche la nostra città, Savona.
A parole è una cosa molto semplice, ma nella realtà si trattava di … sogni ad occhi aperti.
A volte i sogni si avverano, e il 14 luglio 2012, a distanza di tre anni da quella chiacchierata, la reunion dei TRIP si è realizzata, i concerti importanti sono arrivati e anche l’evento  ligure è diventato realtà.
Occorre sottolineare come il circuito degli amici - in questo caso gli amici di Alassio - sia stato determinante per far emergere una genere musicale che, seppur in fase di riscoperta, resta al momento di nicchia, e  trovare il giusto interlocutore all’interno delle istituzioni cittadine è fatto fondamentale. E’ quindi doveroso  evidenziare che  sabato scorso si è realizzato qualcosa di storico, musicalmente parlando, e se gli artisti sono stati gli ovvi attori, la sensibilità, la passione e la determinazione di chi resta normalmente nell’ombra - organizzatori e amministratori locali - ha consentito di passare qualche ora indimenticabile, tra i ricordi, il presente  e... il futuro.
Da molti lustri i TRIP mancavano da Alassio, e mi piace ricordare come la loro sede ufficiale, ad inizio anni ’70, fosse la vicinissima Cisano sul Neva, luogo in cui vivevano e provavano e in cui fu realizzato un festival di caratura nazionale, manifestazione a cui io, ai tempi adolescente, partecipai.
Ma la serata è stata caratterizzata dal ricordo di Wegg Andersen, il cofondatore del gruppo, scomparso prematuramente pochi mesi fa.
Ritorno un attimo al pensiero di Joe, quando mi raccontava di ciò che era stato, e dell’incidente giovanile di Wegg che lo tenne lontano dal palco per lungo tempo. Erano quelli i momenti in cui i bassisti si offrivano per una sostituzione che non avvenne mai, perché come Vescovi racconta, i TRIP senza Wegg - o Joe - non avrebbero avuto un senso compiuto, e la tecnica e il gusto musicale in questo caso non c’entrano.
Era perciò questo l’unico modo per poter  vedere la band in azione, senza uno dei due pilastri iniziali, situazione benedetta dallo stesso Wegg pochi giorni prima di lasciarci, quando chiese a Joe di proseguire: “ Joe, i Trip sono nelle tue mani, non mollare!”.
Non solo TRIP nel fantastico Auditorium Enrico Simonetti”, ma una lunga kermesse musicale che ha visto la partecipazione di due gruppi locali, i Flower Flesh e Il Cerchio d’Oro. Anche in questo caso l’assemblaggio appare nel segno della commemorazione di Wegg Andersen, una sorta di fil rouge sostenuto da musicisti - Sgarlato, Piccolini, Pradal, i gemelli Terribile - che avevano con lui condiviso momenti importanti e diretti, a contorno della Prog Ehxibition romana del novembre 2010.
Non ha potuto essere presente Daniele Nuti, tra gli artefici dell’organizzazione, e questo mio scritto, unito a qualche riassunto video, proverà quindi ad essere un’utile  testimonianza per chi non c'era. Tra i più attivi Rudy Pio, vero punto di riferimento locale.

Il mio personale concerto è iniziato due giorni prima, quando tutto il gruppo ha utilizzato una sala del Circolo Artisi di Savona per le prove di rito, durate due giorni.
E’ stata l’occasione per rivedere vecchie conoscenze e per stimolare la memoria di Vescovi, uno che … non dimentica niente. La cena, con Joe, Furio Chirico e altri amici, ha regalato situazioni e scenette comprese tra l’aneddoto, il gossip e la dura realtà,  ricordi che, per chi ha passioni musicali, sono il valore aggiunto alle normali conoscenze musicali.

Ecco uno stralcio del pomeriggio all’Artisi. I protagonisti sono: Joe Vescovi, Furio Chirico, Fabri Kiarelli e Angelo Perini.


Per la serata di sabato erano previsti molti ospiti.
Ad alternarsi sul palco, assieme ai TRIP, Pino Sinnone, il batterista dei primi due album, e Silvana Aliotta, indimenticata vocalist del Circus 2000, accompagnata nell’occasione dalla figlia Valeria Caponnetto, vocal coach e musicista, sulle orme di Silvana.
Un ospite importante anche per il Cerchio d’Oro, Giorgio “Fico “ Piazza, primo bassista della PFM.

Soundcheck frenato da un po’ di pioggia che, fortunatamente, non disturberà prove e concerto.
Si respira un’aria da evento atteso, e gli addetti ai lavori si mischiano ai curiosi, attirati dalla musica o dal semplice movimento visibile nell’anfiteatro, immerso nel Parco San Rocco.
I motivi di cauta apprensione riguardano anche i musicisti.

I Flower Flesh si presentano senza vocalist ufficiale, assente per motivi di salute, e il sostituto ha dovuto imparare il repertorio in soli due giorni.
Il Cerchio d’Oro, miscela di musicisti super esperti e giovani uomini, non calca il palco da due anni e presenta un nuovo chitarrista.
I TRIP sono professionisti, da ogni punto di vista, ma i sentimenti e gli stati d’animo sono condizionati dai ricordi, dalle amicizie, dagli amori, e per Joe e Furio -  e Pino Sinnone  - non potrà essere  un concerto come gli altri.
I tempi sono ristretti e vanno rispettati. Attorno alle 21.30 inizia la musica dei Flower Flesh, con l’handicap a cui accennavo. Beh… la full immersion di due giorni ha dato buoni frutti, e lo stato generale non ha subito perturbazioni. Un grosso punto di merito per la formazione di Alberto Sgarlato, se si tiene conto che non c’è stato praticamente tempo per un corretto soundcheck. Riuscire a caratterizzare una performance, lasciando tracce importanti, in solo trenta minuti, non è cosa semplice, ma il gradimento del pubblico è la testimonianza che la musica è arrivata, e i F.F. possono davvero ritenersi soddisfatti.
Qualche interessante aneddoto per riempire il cambio set e si riparte con Il Cerchio d’Oro.
Il pubblico è attento e partecipativo. Tanti vecchi amici, musicisti, e i familiari di Wegg, arrivati dalla Svizzera, con un documento stampato, un messaggio del vecchio amico  Jimmy Page, compagno di scorribande musicali ai tempi della “Sweet London”,  che si scusa per non poter essere presente. Accidenti!

Il Cerchio riparte dall’album “Il Viaggio di Colombo”, ma è questa l’occasione per inserire un paio di chicche che faranno parte del prossimo disco, la cui uscita è prevista entro la fine dell’anno, con la partecipazione di alcuni importanti ospiti.
La ruggine, che probabilmente è fisiologica nella loro situazione, risulterà alla fine poca cosa e non inciderà sul risultato. Un po’ di emozione e il normale bisogno di confidenza da palco, sono elementi oggettivi che riguardano più i musicisti che non il pubblico, quell’audience che ha gradito incondizionatamente la musica di una band di lungo corso che appare come … all’inizio di una nuova strada.
Il set si conclude con la sorpresa di cui pochi sapevano, la presenza di Giorgio Piazza, incaricato di dare la … versione originale della linea di basso di “Impressione di Settembre”. Chi meglio di lui poteva riuscire nell’intento?
Ancora qualche conversazione prima del clou, con l’assessore al turismo Rinaldo Agostini che fornisce il suo ricordo seventies, quando non faceva politica ma si occupava di musica in qualità di D.J.  Si è ricordato molto bene dei TRIP e anche a lui va dato il giusto merito.

Joe Vescovi entra in scena e sintetizza il significato della serata: poche lacrime e tanta musica… Wegg avrebbe voluto così!
E così ci troviamo davanti la prima vera prog band italiana - anche se sarebbe corretto denominarla italo-inglese -  se è vero che l’album “The Trip” uscì nel 1970.
Occorre dire innanzitutto che il sound attuale è incredibile:
Joe appare quello di un tempo, ma con l’esperienza di una vita fatta di musica alle spalle. Fascino inalterato.
Furio è un batterista eccezionale … potenza, tecnica, gusto, tutte doti che lo porteranno a trovare la sintesi nell’assolo, momento solitamente dedicato al virtuosismo, ma in questo caso funzionale al concept, accettato in passato persino da Wegg che, in virtù del suo status di musicista inglese, non vedeva di buon occhio gli assoli di batteria negli album.
I due giovani, Kiareli alla chitarra e Perini al basso, hanno un compito non facile, avere cura della tradizione e fornire un po’ di nuovo e personale, cogliendo l’esigenza dei mutamenti temporali.
Ritengo sia un’accoppiata di qualità, con Fabri che a tratti prende in mano la situazione e conduce il gioco. Ha anche incredibili doti di vocalist, e dopo averlo ascoltato dal vivo non potrò più commettere l’errore - in cui sono incappato da poco -  di attribuire ad altri le sue parti. Un tocco più duro, a volte quasi metal, che aumenta la forza dell’attuale musica dei TRIP.
Si passa da Atlantide a Caronte, utilizzando un paio di brani un po’ più “esterni”, come “Fortuna”, in cui Pino Sinnone ritrova Joe dopo quarant’anni, e   “Ode a Jimi Hendrix”. Incredibile duetto vocale, nell’occasione, tra Kiareli e Silvana Aliotta, quella che dal palco ho definito l’unica cantante rock degli anni ’70, ma che non ha perso nulla dell’espressività dell’epoca, maturando qualità che le permettono di essere una cantante da prendere come esempio. La sua performance non è passata inosservata e immagino che qualche proposta interessante arriverà.
Accanto a lei, in “Atlantide”, Valeria Caponnetto che ha contribuito a creare un attimo di estrema “concentrazione musicale”. Bella sorpresa.
Parole, musica,  sensazioni e fiori sul palco, nel ricordo di Wegg e Billy Gray, anche lui tra i protagonisti dei primi due album e anch’esso scomparso troppo presto.
Una grande festa che ritrova uniti tutti  i partecipanti, senza distinzioni.
Presente anche Andrea Rosso, il proprietario della villa che ospitava i TRIP a Cisano, omaggiato da Vescovi che ha dichiarato nell’occasione che senza di lui certe cose non sarebbero mai nate.
E ora, dopo aver chiuso un cerchio lungo una vita, occorre guardare avanti, avendo la consapevolezza che si ha ancora molto da dare, e che la reunion dei TRIP, ha ben poco a che fare con la nostalgia, sentimento che resta sospeso nell’aria, lasciando a Joe, Furio, Fabri e Angelo la certezza che lavorare su nuovo materiale potrebbe fornire alla band una seconda vita e una nuova pelle, da utilizzare per il prossimo lungo … viaggio.
Un’altra di quelle giornata da catalogare come “Io c’ero”… per fortuna.   
Un piccolo riassunto della serata.