martedì 22 maggio 2012

"Prog, una suite lunga mezzo secolo"- Donato Zoppo



PROG, una suite lunga mezzo secolo”, è l’apporto che il giornalista e scrittore Donato Zoppo dona alla causa della -sua- musica progressiva, un amore assoluto che, per mere ragioni temporali, non può legarsi alla “visione in diretta” (mi riferisco alla genesi), e che per questo motivo spinge a trovare una sincronizzazione tra epoche e musiche corrispondenti attraverso ricerche e studi approfonditi che riescono a privilegiare l’elemento oggettivo, fatto  necessario quando si tratta di  saggio musicale.
Qual è il ruolo del narratore della materia specifica? Raccontare le proprie impressioni e i propri gradimenti o piuttosto fotografare ciò che è stato, come e quando è nato, quali i protagonisti e cosa ci si può aspettare dal futuro?
Qualunque sia il modus operandi, non penso ci sia un solo modo per leggere questo “PROG, una suite…” e non credo nemmeno che sia stato ideato per una fetta elitaria di pubblico, ma Zoppo sente piuttosto il bisogno di dire la sua, inserendosi in  una bibliografia già consistente, fatto giustificato dalla portata di un evento ciclopico, seppur breve nel suo fulgore.
Come Donato sottolinea, è questa un’epoca in cui risulta estremamente facile reperire le informazioni che servono, senza fatica e senza spesa, ma si può trovare solo ciò che si  cerca, ovvero, senza un minimo di conoscenza di base, fosse anche un solo nome esotico, non si arriva da nessuna parte. E poi è estremamente importante elencare una cronologia di avvenimenti musicali e stabilire il periodo storico in cui sono nati e hanno prolificato.
Ho iniziato a leggere il book un po’ di tempo fa e, non essendo  un genere che richiede una lettura frenetica, ho agito secondo i miei attuali tempi -lunghi-, annotando però alcune cose interessanti.
Nello stesso periodo, a seguito di un rendez vous avente come argomento l’organizzazione di eventi musicali, un giovanotto, che si fregia della qualifica di esperto di musica, sottolineava che non esisteva niente al mondo che io potessi proporre che fosse a lui sconosciuto. Un uomo modesto!
Ho pensato subito a ciò che stavo leggendo e a tutti gli stimoli musicali indotti, perché, contrariamente all’uomo onnisciente appena citato, mi capita quotidianamente di scoprire novità, non solo intese come nuove nascite, ma artisti del passato di cui non conoscevo l’esistenza, e la mia voglia saperne di più induce all’effetto domino che porta a chiudere, con soddisfazione il cerchio.
Ecco quindi che l’utilizzo della rete diventa complementare alla lettura di un libro come questo.
Ho  trovato un mondo di cui non sapevo, nonostante le mie lunghe frequentazioni prog, probabilmente un po’ snob e tendenti ad escludere ciò che non era considerata una prima scelta assoluta e, soprattutto, unanimemente riconosciuta.
Non occorre dimenticare quale fosse la fonte di informazione a disposizione per chi come me era un adolescente ad inizio anni ’70, Ciao 2001, il settimanale che "mangiavamo" in trenta minuti di profonda lettura. Notizie fresche dall’Inghilterra e successivamente dall’America, ma ciò che Zoppo mette in ordine preciso, seguendo una rigida sequenza temporale, non poteva certamente arrivare a noi.
Tutto sulle band d’oltremanica, tutto sulle italiane, molto sulle americane -ma non prog-, e poi gli emergenti tedeschi e pillole olandesi. Arrivare al prog belga, francese, sovietico, sudamericano, scandinavo o giapponese non era per noi giovani fatto pensabile.
Donato Zoppo realizza invece una rilettura di un’epoca che, partendo dai Beatles, arriva al seminale “In the Court…”, dei King Crimson, proseguendo il lungo percorso sino ai giorni nostri. E l’analisi è capillare, con precise annotazioni legate alle centinaia di passaggi e follow up dei protagonisti, più o meno famosi, con indicazioni di carattere tecnico e approfondite accentuazioni del legame tra filosofie musicali e umori umani, inserite in un contesto storico in rapida evoluzione.
Il racconto di quarant’anni di vita musicale non può trovare descrizione asettica da parte di chi mette sul piatto -anche - le proprie passioni, e il giudizio di Zoppo contribuisce alla costruzione di immagini  nitide che aiutano a tracciare profili precisi e a delineare le corrette situazioni al contorno, ma sottolineo ancora come sia potenzialmente  efficace l’abbinata tra un contenitore musicale come questo e la possibilità di ricerca nella rete, arrivando a dettagli e reperti audio/video che sono conseguenti alla lettura, anche se la pianificazione descrittiva di Donato Zoppo non poteva basarsi su simili presupposti, che probabilmente non sono validi per tutte le tipologie di utenti.
Ecco un piccolo esempio concreto dell’utilità di “PROG, una suite…” in riferimento alle mie personali necessità musicali.
Credo fosse il 1971 quando incappai in una band e in un album omonimo, che acquistai solo perché attirato dalla cover dell’LP e dal prezzo, la metà di quelli “adulti”, mi pare 1500 lire: erano gli olandesi Earth and Fire (ma solo i Focus, come olandesi, potevano essere presi in considerazione!).
Il costo ridotto, nella testa di un giovane di quei tempi, era sinonimo di bassa qualità, e ricordo di aver ascoltato l’album con una buona dose di stupida prevenzione, senza arrivare mai ad una accettazione completa, sino a che, un giorno, me ne disfai.
Arrivato a pagina 235, Zoppo mi ricorda che: “ Tra i protagonisti della prima ondata olandese ci sono gli Earth And Fire, che con tre dischi definiscono un sound melodico, avvolgente ma mai invasivo, anzi delicato e impalpabile”.
Utilizzando la tecnologia a disposizione ho ritrovato tutti i brani dell’album, stupito per non averli dimenticati affatto, e sorpreso dalla validità di quella musica, poco pubblicizzata in quei giorni, ma vera testimonianza efficace  di un’era circoscritta ancorché fondamentale.

Se la prefazione viene affidata simbolicamente a Ray Thomas (da non dimenticare la strada aperta al prog dai Moody Blues), il target di Donato Zoppo risiede nella sua premessa, dove viene dichiarata la voglia di porre rimedio alla frammentarietà delle informazioni “progressive” esistenti. Obiettivo raggiunto, ma sono certo che le chiavi di lettura saranno molteplici, così come penso sarà frequente il ricorrere al testo in questione, periodicamente, come accade per i dizionari, alla ricerca di qualcosa di sommerso o precocemente dimenticato.
Se è vero che il piacere derivante dalla fruizione della musica ha a che fare con l’istinto, e la razionalità non sia applicabile ai gradimenti personali, avere delle linee guida così precise come quelle fornite da Donato Zoppo può risultare estremamente utile, e quando didattica e passione si sposano i risultati possono essere sorprendenti, e la voglia di sharing un forte traino per rafforzare una cultura le cui radici profonde -e di grande spessore- risiedono in ogni “giardino musicale” che profuma di qualità, inossidabile al tempo che passa.


DONATO ZOPPO
PROG
UNASUITE MEZZO SECOLO
ARCANA EDIZIONI
Cover design: Laura Oliva
Dedicato ad Ernesto De Pascale