lunedì 28 novembre 2011

Blue Dawn


Blue Dawn è il nome di un “quartetto rock” che, dopo un primo CD promo, ha esordito  con  l’ album omonimo.
Il termine “esordio” in realtà poco si addice a chi calca le scene da diverso tempo, ma è calzante se si pensa alla novità del progetto.
Nell’intervista a seguire e nella piccola bio successiva, è possibile delineare  un quadro completo della band e della sua filosofia musicale.
E’ rock duro quello che i B.D. propongono, con un tono dark che permea l’intero album.
I dieci episodi vedono in evidenza i riff di chitarra tipici di un certo modello hard, ma il sottofondo è costellato da atmosfere sognanti, eteree, a volte inquietanti.
La bellissima voce di Monica Santo (non tutte le belle voci sono adatte ad un determinato tipo di musica) aiuta nella costruzione di un particolare mood che nasce con il primo brano, Crossing the Acheron, e termina solo con la conclusiva A Strange Night.
Ma è impossibile separare ciò che si ascolta-musica e testi- da ciò che si vede.
La prima cosa con cui normalmente  si viene in  contatto, in fase di nuovo avvicinamento, è ovviamente la “forma”, il contenitore, il CD pieno di notizie.
Il booklet di “Blue Dawn” è l’anticipazione del contenuto, una serie di fantastiche immagini in bianco e nero-tranne il blu scuro di Shattered  Illusions- che sono in stretto contatto con il messaggio e sono il preludio di ciò che di li a poco arriverà assieme alla musica.
Testi -in lingua inglese- introspettivi, carichi di significati esistenziali, realisti e poetici al contempo.
Per realizzare il sound voluto, i quattro musicisti si sono avvalsi della collaborazione in studio di alcuni ospiti che hanno dato un importante contributo a livello di tastiere, sintetizzatori e sax, ma l’impronta metal rock è un marchio indelebile dei B.D. che riporta ai modelli conosciuti degli anni ’70, ma con un’attenzione ai dettagli che un tempo era  improponibile.
Forse la vera evoluzione di quella musica, rock, prog, o qualsiasi altra, sta proprio in un nuovo bisogno che musicista e ascoltatore dimostrano di avere, la necessità di rendere completa ed espressivamente variegata la proposta, un contenitore dove un accattivante svisata di chitarra o un virtuosismo ritmico fine a se stesso non sono più comprensibili, se non costituiscono una parte di una struttura organizzata. E poi dal vivo tutto è concesso!
Ma questo i  Blue Dawn lo sanno bene…
Un album da non perdere, se si ama l’energia… controllata.


L’INTERVISTA

Risponde Enrico Lanciaprima

Chiedo spesso ai nuovi gruppi se esistono motivazioni particolari che hanno condotto alla scelta del nome, convinto che, seppur a livello inconscio, un link possa esistere. Perché Blue Dawn?

L' alba è un simbolo di (ri)nascita, adatto ad un progetto completamente nuovo per noi che comunque non siamo musicisti di primo pelo, in più ha un sapore esoterico, il che su di noi esercita un certo fascino.

Ciò che proponete ha solide radici che partono da periodi molto lontani. Su che tipo di formazione personale potete contare… che cosa vi ha realmente influenzato in campo musicale?

Per quanto mi riguarda, sicuramente l' hard rock degli anni 70, Black Sabbath e Led Zeppelin su tutti, ma anche gruppi sperimentali come King Crimson, Magma, Roxy Music, fino a bands più moderne come Celtic Frost, Voivod, Tool; per gli altri componenti, sono stati importanti anche Deep Purple, Rainbow, My Dying Bride, Jeff Buckley.

La vostra musica mi pare particolarmente adatta alla performance live. Che tipo di interazione riuscite a stabilire con l’audience nel corso dei vostri concerti?

Il pubblico risponde con entusiasmo, soprattutto sui brani più energici, ma dimostra attenzione anche in quelli più da “ascolto”, diciamo, dove le strutture sono più complesse e dilatate, ci danno anche input, commentando con noi i brani a fine concerto.

Se è vero che Monica Santo è la lead vocalist, si può comunque notare una certa suddivisione delle parti, con raddoppi e scambi vocali. Questo gioco di squadra è qualcosa di studiato a tavolino, in funzione del vostro progetto e delle vostre caratteristiche personali o è il frutto di ciò che è nato spontaneamente nel corso delle prove?

Un po' d' entrambe le cose... conoscendo le caratteristiche vocali molto diverse che abbiamo io e Monica, sapevamo che alternandole avremmo potuto ottenere risultati interessanti, poi in sala proviamo ad improvvisare e vediamo cosa può funzionare oppure no; continueremo a sperimentare anche in futuro, e nel secondo disco ci sarà anche un duetto con un cantante ospite di un certo rilievo, ma non posso ancora svelare il nome.

Pur conoscendola maggior adattabilità della lingua inglese alla musica rock, è imperativo chiedervi: ” Perché testi in lingua inglese?
Come dici tu l' inglese è molto più adatto dell' italiano alla musica rock, perché ha parole brevi e dal suono duro e a noi piace il risultato, pensiamo che funzioni così, ciò non toglie che si possa provare anche un brano in italiano, in futuro.

Ho notato una particolare cura dell’art work, con precisa scelta di immagini e colori. Quanto realmente conta per voi tutto ciò che non è musica ma fa parte di essa?

Ha la sua importanza, l' artwork e l' immagine della band servono ad indentificarci e, quindi, a promuoverci nella maniera giusta, è un aspetto fondamentale per un artista, soprattutto in quest' epoca.

Come è avvenuto l’incontro con la BWR e che cosa vi ha portato di concreto?

Conosco Massimo  Gasperini da circa 25 anni, avevo già lavorato con BWR negli anni 90 con la band che avevo allora, quindi è stato naturale entrare in contatto con loro per questo nuovo progetto. BWR ci sta promuovendo e distribuendo e, grazie alla loro grande professionalità, ci stanno facendo conoscere al mondo musicale attuale.

Torno un attimo ai testi. I vostri mi sembrano molto intimistici, legati ad aspetti interiori. Quanto è importante per voi il messaggio contenuto in una lirica?

I testi sono importanti, perché aiutano a comprendere ed assimilare ciò che la musica sta trasmettendo, sono introspettivi, ma contengono anche metafore riferite al mondo esterno.

Che idea avete dell’attuale businnes musicale e cosa pensate delle potenzialità di internet in relazione alla possibilità di… vivere di  sola musica?

L' industria musicale per come la conosciamo, sta morendo, si trasformerà, esattamente come è difficile dirlo, probabilmente si comprerà e venderà tutto online; vivere di sola musica sarà sempre più difficile, a parte per i grandi colossi, ma penso che il segreto sia diversificare le proprie attività, i propri progetti, essere versatili e darsi molto da fare, promuoversi in ogni modo. In questo la rete ti dà molte possibilità, anche gratis, bisogna saperla usare.

Provate a esprime un desiderio musicale, lungo da qui al 2015.

Vorremmo incidere altri 2 album e andare in tournee in Italia ed in Europa.


BIOGRAFIA

BLUEDAWN nascono nel corso del 2009 da un'intuizione di Enrico (basso) e Andrea (batteria). A loro si aggiungono nel corso del 2009 Monica alla voce e Paolo alla chitarra. Quattro personalità diverse, con gusti musicali diversi cercano di fondare un percorso musicale organico che parta dalle radici dell'hard-rock anni 70 fino ad arrivare a sonorità moderne. Dopo un breve periodo di rodaggio, i BLUDAWN decidono di raccogliere in un album le canzoni che hanno composto. L'album registrato ai nadir-studios cattura l'attenzione dell'etichetta BLACKWIDOW RECORDS che si offre di distribuirlo…


Distribuzione: Black Widow Records



Track List:
CROSSING THE ACHERON
THE HELL I AM
INNER WOUNDS
HYPNOTIZED BY FIRE
SHATTERED ILLUSIONS
IN MY ROOM
A STRANGE NIGHT
DEAD ZONE
THAT PAIN
DECONSTRUCTING PEOPLE

BLUE DAWN is:

Monica Santo - vocals
Paolo Cruschelli - guitars
Enrico Lanciaprima - bass and vocals
Andrea Di Martino - drums

special guests:

James M. Jason - keyboards on Crossing the acheron, Shattered illusions and In my room, sinthesizers on A strange night
Tommy Talamanca - keyboards on Inner wounds, Dead zone and Deconstructing people
Roberto Nunzio Trabona - saxophone on Deconstructing people
Laca - accordion on Deconstructing people