martedì 16 agosto 2011

Cavern a Frabosa Soprana












Fotografie di Marcello De Gregorio

Il 13 agosto, Piazza Marconi, la location più ampia di Frabosa Soprana per la realizzazione di eventi di varia natura, ha ospitato i Cavern, gruppo di Savona che dagli anni '80 ci ricorda il "mondo Beatles".
I musicisti della band, nonostante altri progetti musicali, hanno mantenuto in vita questa finestra sul mondo dei Fab Four, e la gente gradisce incondizionatamente.
Tempo ancora incerto e alle 21.30, ora di inizio concerto, il cielo è tutto nero. Ma non accadrà nulla di "sgradevole" e tutto si svolgerà con regolarità.
Per vedere la piazza così gremita devo risalire con la memoria all'anno 2000 ( o giù di li...) quando sul palco si esibirono i DIK DIK, ed è innegabile che il connubio musica/paese di montagna presenta un certo fascino se c'è... partecipazione. Così è stato, oltre le più rosee previsioni, ma si sa che il genere proposto dai Cavern è qualcosa di universale, che interessa giovani e meno giovani, cioè il possibile pubblico vacanziero di Frabosa, in questo periodo dell'anno.
I Cavern sono: Roberto Giordana alla chitarra, Paolo Marcelli alla chitarra e voce, Gino Terribile alla batteria e voce, Giuseppe Terribile al basso e voce e Carlo Venturino alle tastiere.
Scenografia scelta con cura (montata prima ancora della messa a punto tecnica) che ricorda quel mondo musicale lontano, ma sempre vivo nella mente e nel cuore degli appassionati di musica. Si passa così dallo "Yellow Submarine" da tutti conosiuto ad una serie di disegni che riportano ai quattro baronetti. E anche la "copertura" della tastiera ricorda quale fosse il costume del tempo, ricoprendo con elementi pittoreschi e colorati (su legno) un pezzo di tecnologia avanzata.
La musica proposta non è stata poi così scontata, perchè accanto a ciò che ovviamente ci si poteva aspettare, i Cavern hanno giustificato quanto evidenziato sulla locandina di presentazione che segnalava "Serata Beatles... e dintorni".
Tracce di Monkees ( I'm a Believer), Mamas & Papas (California Dreaming), Simon & Garfunkel (Sound of Silence), un mix di Rolling Stones, ma, sprattutto, un medley mai proposto dal vivo, quello teso a ricordare il mondo dei Procol Harum, documentato a fine post.
E poi tanto "Beatles", dagli inizi sino alla conclusione della loro storia, con un accenno al Lennon "solo", quello di "Imagine".
Attraverso la musica si è quindi rivissuto un piccolo ma significativo fazzoletto temporale che molti spettatori hanno, per forza di cose, vissuto.
Pubblico entusiasta, incantato dalla capacità di riprodurre fedelmente i cori tipici di McCartney e soci (grande caratteristica dei Cavern).
Quasi naturale il coinvolgimento on stage di qualche... "elemento coraggioso", che nell'ultimo brano, "Hey Jude", ha provato a cimentarsi in un coro classico, tipico dei finali musicali aggreganti e festaioli.
Grande soddisfazione per i gemelli Terribile che, dopo avere passato periodi della giovinezza in questi luoghi, hanno avuto la possibilità di ritrovare dei "vecchi" amici, e suonare anche per loro.
Ma non è stato solo un momento dedicato ai ricordi, bensì un concerto vero, dove il talento e l'amore per la musica di questi "ragazzi" è emerso, contagiando i presenti.
Bene i Cavern, il pubblico, il service e... un grazie alla proloco... serate come queste sono sempre il frutto di un gioco di squadra!