giovedì 18 novembre 2010

Black Widow Records


Ho conosciuto Massimo Gasperini, Alberto Santamaria e Pino Pintabona qualche anno fa, attraverso amici musicisti distribuiti dalla Black Widow Record, etichetta discografica di Genova. Loro sono i tre soci che la compongono (con un ausilio importante, come si noterà nell’intervista a seguire).

Nell’immaginario collettivo un’etichetta che produce musica è qualcosa di voluminoso, costituito da una marea di persone che si muovono in continuazione per stare dietro alla miriade di artisti.

Black Widow appare invece ridotta nella sua sede( un piccolo negozio di dischi in via del Campo a Genova) e nelle dimensioni umane (le tre persone citate), ma ciò che riesce a muovere è di enorme importanza.

Al momento le produzioni sono oltre le 130 unità e le previsioni sono di un nuovo aumento.

http://www.progarchives.com/forum/forum_posts.asp?TID=73058

Massimo, Alberto e Pino sono per me un esempio di quello che occorrerebbe realizzare nella vita, sia che ci si occupi di musica, sia di sport o di attività molto più alla portata di tutti.

Sono infatti riusciti a far coincidere la passione primaria con il loro mestiere, e quando un lavoro lo si fa con la giusta motivazione i risultati non possono che arrivare, si vive sereni e la qualità della vita migliora.

Abbiamo collaborato alla creazione di alcuni eventi dal vivo nella mia città, Savona, e ho verificato personalmente la loro concretezza abbinata a un amore musicale senza confini, ed è questo il segreto del loro successo.

Massimo Gasperini è la mente che ha partorito l’idea iniziale.

Nel ripercorrere la sua storia professionale, si capisce che la strada iniziale intrapresa come tecnico industriale a un certo punto arriva a un bivio: da un lato una buona e sicura carriera da impiegato e forse più( ma non è con le categorie che si nutre lo spirito…), e dall’altro lato un ‘invenzione, che è poi uno stile di vita, e cioè il dare il via a un’impresa legata al mondo della musica, per poterla vivere nel quotidiano, col sottile e immenso piacere della condivisione.

Io caro Massimo il tuo coraggio non ce l’ho, ma … ti invidio… in modo sano, ma ti invidio.



L’INTERVISTA A MASSIMO GASPERINI


Tanto per iniziare, sinteticamente, come descrivereste l’evoluzione di BWR dagli albori, vent’anni fa, ad oggi?

La BWR nasce dalla mia mente nel giugno del 90 come negozio, e un anno dopo circa nasce anche l’etichetta ma è giusto specificare che l’idea l’avevo in testa da almeno dieci anni. E’ stata una evoluzione continua, giorno dopo giorno, idea dopo idea senza mai fermarsi un attimo. Capirai che essendo nella musica, ovvero una delle mie più grandi passioni, non è facile non pensarci ogni giorno, ogni momento perché la musica è soprattutto uno stile di vita. In verità i primi anni sono stati ostacolati dalla incapacità del mio vecchio socio, quindi un consiglio che darei a chiunque avesse intenzione di aprire una attività è di scegliersi i soci con grandissima attenzione e non avere fretta. Da quando sono entrati Pino e poi Alberto, oltre a mia moglie che fa la commercialista, le cose sono sempre andate a gonfie vele. Pensa che abbiamo 130 produzioni all’attivo e col prossimo anno supereremo sicuramente le 150 tra italiane ed internazionali, non è male giusto?

Come è cambiato nello spazio temporale citato il businnes attorno alla musica?

Il rock ha sempre avuto il suo seguito e sempre lo avrà, non ci sono troppi discorsi da fare, anche il vinile ha ripreso a vendere bene ma in generale noi abbiamo sempre venduto e preferito il vinile al CD, è una questione di cultura e stile. Internet poi ha creato delle differenti situazioni, da una parte la possibilità assurda e negativa di poter scaricare la musica, ma dall’altra ora ci sono mille possibilità di avere contatti, di ascoltare se un gruppo merita o non merita attenzione, di interagire velocemente con musicisti e distributori e giornalisti etc etc… posso dire che internet ci ha facilitato il lavoro.

BW potrebbe anche essere scambiata per un passatempo, vista la vostra comune passione per la musica , ma è anche fonte di sostentamento. Eppure spesso proponete artisti di nicchia, che teoricamente fanno fatica ad emergere. Qual è il segreto? Come si fa a immettere materiale di qualità nel mondo, in tempi di Talent Show e meteore musicali?

La scoperta e il lancio di gruppi sconosciuti (ci andrei piano a definirli troppo presto artisti) fa parte dello scopo per cui la BWR esiste e và avanti. Siamo un negozio e quindi investiamo su acquisti di materiale discografico da tutto il mondo, vecchio e nuovo ma la nostra principale attività è l’etichetta quindi non abbiamo nessuna paura nell’investire su un gruppo che ci piace, sia esso più o meno conosciuto… poi ci pensiamo noi a fargli promozione e distribuzione. IL SEGRETO? La qualità e coerenza del nostro stile… un gruppo che potenzialmente ci farebbe vendere 100.000 copie ma che non ci piace noi non lo produciamo al contrario di un gruppo che venderà al massimo 2000-3000 copia ma che ci fa impazzire.

Nel vostro negozio abbonda il vinile, che per molto tempo è stato comunque accantonato dalla massa. Ora le vostre nuove proposte escono sempre in doppia confezione, CD e LP. Perché è aumentata la domanda? Qualità superiore? Nostalgia? Collezionismo?

Ci piace il vinile, siamo come John Peel e Nick Hornsby…. tu le conosci bene le copertine dei capolavori degli anni 70. E’ semplicemente mortificante quello che il Cd sotto il profilo grafico ha fatto con le copertine del rock ed i ragazzi ci cascano per questione di mercato, di comodità e perché forse nessuno gli ha spiegato che la copertina di un album è parte creativa fondamentale di quel disco, che và ammirata mentre lo si ascolta, che và capita come la musica stessa, poi in molti casi bisogna leggere i testi e tutte le informazioni sul disco che si ascolta, cosa il più delle volte semi impossibile con le dimensioni del CD. Non c’è paragone anche nella qualità del suono, il vinile per la musica rock resta il supporto logico e più adatto , il vinile è l’essenza della musica rock. L’attività dal vivo, per pubblicizzare le vostre band è fondamentale. Abbiamo fatto assieme alcune esperienze che, pur non essendo del tutto negative, ci hanno lasciato un po’ di’amaro in bocca. Perché è così complicato realizzare concerti in ambito prog, genere per altro molto seguito? Ecco questa è una questione dolorosa, ci sarebbero molte cose da discutere al riguardo, ma soprattutto bisogna rendersi conto che siamo in Italia, ormai la culla dell’ ignoranza; siamo nei posti più bassi per gli investimenti europei per la cultura, ( naturalmente l’ Inghilterra è al primo posto seguita dalla Germania, popoli non per caso migliori del nostro). Negli anni 70 noi potevamo vedere che sui dischi provenienti, non dall’ Inghilterra o la Germania dove non c’era certo bisogno di scriverlo, ma dal Cile, dal Perù, dal Messico … c’era scritto sopra MUSICA E’ CULTURA … ecco in Italia questa è una cosa non ancora capita, non si riesce neanche ad abbassare l’ IVA sulla musica. Poi esiste un bombardamento a base di schifezze commerciali che infestano i cervelli dei ragazzi che non riescono a capire cosa è buono e cosa fa schifo e, cosa ancora peggiore, non hanno nessuna occasione per ascoltare Le Orme, i Delirium, i Grand Funk, i Gov’t Mule, i Black Mountain, o un giovane ottimo gruppo come Il Bacio Della Medusa o Il Tempio Delle Clessidre o i Mangala Vallis o Il Cechio D’Oro… perché tutte le radio e tv e giornali sono occupati a sponsorizzare i soliti nomi , che non mi va neanche di fare, o parlare di calciatori che vanno con veline, ed escorts che vanno con i politici. Poi c’è anche la risaputa pigrizia dei fans del prog che in troppi casi preferiscono ascoltare un CD in casa con le pantofole piuttosto che andare ad un concerto a 10 Km da casa. Per quanto riguarda le esperienze di organizzazione concerti fatte insieme, spero che ce ne saranno altre, ma quello che sarebbe importante è che i politici capissero che ci devono aiutare con delle sovvenzioni, perché solo in questo modo si potranno organizzare spettacoli di alto livello culturale.

Cosa significa “vendere musica” in Via del Campo, nel centro storico di Genova?

Significa essere parte della vita e dell’energia di una città che grazie ai commercianti più coraggiosi ed intelligenti cerca di sopravvivere creando cultura, commercio ed attività sana. Significa anche comodità per me, dato che abito a cinque minuti dal negozio, e poi io ero un predestinato per aprire la mia attività proprio in Via del Campo perché comprai in questa via il mio primo 33 giri che fu “Dolce Acqua “ dei Delirium, gruppo che ora produciamo.

Qual è il genere di artista che più vi soddisfa, artisticamente parlando?

Chiunque faccia la musica che gli piace con la giusta conoscenza e amore per la stessa, merita il nostro rispetto, ma chi più ci soddisfa è chi suona una sua musica con le idee chiare e con i riferimenti giusti, che se poi questi riferimenti corrispondono anche ai nostri allora siamo già molto avanti. Noi non abbiamo problemi a produrre o distribuire un gruppo che suoni hard rock, hard blues, heavy metal, progressivo, folk, dark, goth, doom ma vogliamo sentire qualcosa che ci tocchi profondamente che scateni l’emozione giusta ,ma non è tutto, ci sono altre caratteristiche che c’interessano molto in un gruppo, ad esempio l’educazione e la simpatia… ma non è tutto.

Facciamo finta che io sia un giovane con delle idee e un demo in mano. Che cosa vi spinge a credere in me? Come si può spiegare a parole il fiuto di un discografico?

Ti ho già risposto prima…aggiungici un tocco di pura magia!

La costituzione del vostro gruppo di lavoro è anche frutto della casualità, anche se alla base c’è una forte passione che vi ha agevolato nel fare le vostre scelte personali. Vi siete mai pentiti della piega che avete dato alla vostra vita? Nessun rimorso o rimpianto?

No, nessun rimpianto… come ti ho detto avevo semplicemente sbagliato col primo socio, sbaglio da non sottovalutare, però poi ci ho messo un bel rimedio. Forse avrei dovuto comprare più vinili negli anni in cui andavo in Inghilterra, oggi certe cose sono veramente introvabili… ma và bene così.

Massimo, un giorno mi hai raccontato un episodio carino legato ad un pezzo grosso orientale, calato a Genova per contrattare con voi. Puoi ricordarlo, senza violare qualche patto di segretezza?

Nessuna segretezza ci mancherebbe. La nostra prima produzione è stata la ristampa di un album veramente oscuro ed affascinante “CRYSTAL PHOENIX”, che ristamperemo ancora molto presto. Questo disco mi fu presentato durante un mio programma radio,( ho fatto radio per 15 anni), dal cantante dei Malombra e ne fui subito colpito. Mi misi a cercarlo, ma incredibilmente era introvabile nonostante di fresca pubblicazione. Non sono mai stato un tipo che si scoraggia facilmente così mi sono messo alla ricerca della straordinaria cantante Myriam che era anche una suonatrice di arpa. La trovai e mi accordai con lei per una ristampa dopo che scoprii che l’etichetta che lo aveva stampato lo aveva presto mandato al macero per mancanza di successo… cosa dovuta come sempre in Italia alla pressoché totale assenza di promozione. Non ti dico con quali difficoltà recuperai il master proprio a Savona, la tua città; si fece la ristampa in CD con una copertina diversa perché non si riuscì a recuperare la grafica originale e con questa prima produzione nacque la nostra etichetta. Dopo circa 6 mesi dall’uscita del CD riceviamo un fax da una etichetta Coreana che ci avverte della venuta in Italia del loro direttore generale che voleva parlare con noi di affari. Noi a quel tempo già esportavamo in Giappone e Korea, erano tempi in cui questi paesi si erano fortemente avvicinati al prog italiano e non solo. L’incontro col questo simpatico ed intelligente tipo fu molto positivo anche perché col tempo siamo diventati amici e soprattutto perché, molto emozionato e con le lacrime agli occhi, mi disse di adorare questo disco e chiese di poter comprare la licenza per stampare “CRYSTAL PHOENIX” nel suo paese . Non ti dico la cifra che mi offrì, ma l’operazione diede il via a tutta una serie di importanti affari che in futuro vennero conclusi tra le nostre etichette. Ancora oggi non è cosa rara per noi vendere una licenza all’estero.

Come pensate possa evolversi, nei prossimi dieci anni, il futuro di BWR e di chi produce e vende musica di qualità?

Mi piace vivere il presente, il futuro si lo considero e ci penso, ma ad un futuro molto prossimo, domani è già futuro per me, sono sempre stato così e ciò non vuol dire che non si facciano programmi a lungo termine. Continueremo a vendere e produrre musica di qualità e senza tempo sempre divertendoci, cose passeggere non c’interessano. Probabile che organizzeremo sempre più concerti, speriamo sempre di trovare una seria agenzia ed un buon manager con cui lavorare ( cosa aspetti tu, una seconda vita?) ma sotto questo punto di vista abbiamo un po’ perso le speranze, è da troppo tempo che lo cerchiamo senza successo quindi è anche probabile che in questa Italia ridotta uno schifo questa figura non esista più. Quando vedo una copertina di un disco che non conosco e che per qualche ragione m’incuriosisce, io cerco di ascoltare quel disco, la mia curiosità per la musica è sempre viva e totale, è una caratteristica che vorrei vedere anche nei ragazzi e soprattutto in chi suona. Ad esempio i giovani gruppi inglesi o tedeschi o comunque nordici, ci dimostrano quasi sempre una cultura musicale di notevole spessore ma purtroppo in Italia è quasi sempre il contrario. Lo dico chiaro e tondo, un gruppo di bravi ignoranti non m’interessa. L’ignoranza mi fa schifo, la battaglia contro l’ignoranza è la più importante da combattere. Con l’ignoranza si tengono schiavi i popoli, con l’ignoranza aumenta il razzismo, la mafia, la corruzione, la delinquenza …. anche tu con quello che fai combatti l’ignoranza, tutti dovete e dobbiamo fare qualcosa contro l’ignoranza, ogni giorno. La TV e la cattiva informazione hanno creato un numero enorme di coscienze addormentate e noi, nel nostro piccolo, siamo tra quelli che cercano in tutti i modi di risvegliarle. Noi continueremo a fare il nostro lavoro il meglio possibile ed a rischiare come abbiamo sempre fatto perché ci divertiamo così ed anche perché io penso che il rischio più pericoloso sia quello di non rischiare mai.

http://www.blackwidow.it/


CRYSTAL PHOENIX