mercoledì 8 settembre 2010

Full Motion Blues Band al Circolo Artisi



(foto di Maddalena Revelli)


Venerdì sera ho provato il mio consueto dispiacere di carattere musicale ritornando al Circolo Artisi di Savona.
Mancavo da circa un mese, dopo un agosto pieno di impegni familiari, ma ho ritrovato la stessa triste situazione.
Non mi riferisco alla sostanza, cioè alla musica, ma a qualcosa che ha valenza maggiore.
Che cosa può avere importanza maggiore della musica, quando ci troviamo davanti ad un concerto?
Il mio concetto di “musica”, contenitore nel quale inserisco decine di componenti (e il concerto è solo uno dei tanti) ha alla base la parola magica … ”condivisione”.
Il motivo per cui passo ore a scrivere in questo spazio, ad esempio, è puro piacere della condivisione delle miei esperienze musicali e di quelle di altri, lasciando una sorta di “open door” per chiunque abbia qualcosa da dire sull’argomento.
Un musicista che si trova su di un palco non lo fa per allenare l’ugola o le dita, ma perché ha qualcosa da raccontare( spesso sintesi di anni di sacrifici e di storia) e decide di regalarlo, per un breve momento, a chi si trova davanti, avendo come scopo finale il trasferire delle emozioni positive.
Questo è quello che fa la differenza tra un buon concerto e uno meno … interessante, sentire nell’aria qualcosa di magico che lega chi suona a chi in quel momento ascolta, in una specie di tacita interattività che porta gli artisti a dare il meglio di se (e non parlo di elementi tecnici) regalando allo spettatore una picture che no lo abbandonerà mai più.
Inutile sottolineare che anche in questa occasione il pubblico si è dimostrato quantitativamente inadeguato, al di sotto del limite della decenza, e al di là delle mie romantiche lamentele personali occorrerà riflettere su cosa cambiare, se si deciderà di inventare una nuova stagione musicale.
Eh sì, lo sottolineo, da aprile a settembre, il venerdì dell’Artisi propone musica di qualità, gratuitamente.
Il gruppo di ieri era sulla carta di alto livello e si è dimostrato tale.
Sto parlando dei “ Full Motion Blues Band”, nome che fornisce la prima indicazione sul genere proposto.
Chitarra, basso, batteria, armonica( e voce), per un blues iper contaminato (positivamente) dal funky e dal jazz.
Questa la formazione:
Marco Cravero alla chitarra, Gianka Gilardi alla Batteria, Alessandro Nasuti alla voce e armonica, Francesco “TRINCIA” Olivieri al basso.
Conoscevo personalmente Trincia. Lo avevo visto alcuni mesi fa nella stessa location, ma con differenti compagni di viaggio:


Grande bassista!
Sono rimasto positivamente sorpreso dal risultato globale perché, tanto per riallacciarmi al discorso iniziale, non basta essere buoni musicisti per fornire una degna performance, soprattutto se il pubblico è composto da una manciata di persone.
Marco Cravero è un valente chitarrista di cui avevo sentito spesso parlare e solo ora ho potuto verificare personalmente il suo spessore.
Dal suo sito si possono trarre note personali interessanti:


Molto bravo anche Alessandro Nasuti che ho apprezzato sia nel ruolo di armonicista che di cantante.
Gianka Gilardi, è il giusto completamento della sezione ritmica, anche se mi pare abbia un ruolo importante come arrangiatore dei brani, fatto non scontato per un drummer.

www.facebook.com/giancarlo.gilardi


Una miscela di qualità formata da quattro talentuosi musicisti che danno dimostrazione di amalgama e professionalità.
Trincia, a fine concerto mi racconta di come suonare nei FMBB rappresenti per lui una situazione musicale ideale, dove il funky, suo amore primario, rappresenta il tema conduttore e un collante, anche quando a emergere sono i momenti jazz o blues.
Una piccola soddisfazione la trovo quando avvicinandomi a Cravero, per i saluti finali, un ragazzo mi dice:
“.. ma tu non sei Athos? Cercando qualcosa sull’Artisi ho trovato un tuo vecchio articolo e…”
Forse si può immaginare di regalare la stessa musica a un maggior numero di utenti, trovando un modo più efficace di fare pubblicità!! Diamoci una mano, musicisti e musicofili savonesi!
Ma più delle mie parole servono le immagini e serve la musica.
Ed ecco un piccolo ricordo della serata.