giovedì 12 agosto 2010

Banda Musicale di Saracena


La Banda Musicale di Saracena si esibisce con successo in Svizzera

Lo scrittore e musicista Innocenzo Alfano, come spesso accade in questo spazio, ci racconta una storia di musica. Questa volta è stato coinvolto personalmente in un'esperienza che niente ha a che vedere col rock, ma che evidenzia la passione che spesso lega gli esseri umani a uno strumento musicale e, soprattutto, alla voglia di aggregazione e condivisione musicale. Fondamentale risulta essere il forte legame con le proprie radici, la propria terra, la propria cultura.

Dopo la prestigiosa partecipazione al VII Festival Internazionale di Malgrat de Mar (Spagna, 2006), il Complesso Bandistico San Leone Città di Saracena – Associazione Musicale Raffaele Diana, del quale ho l’onore di far parte, ha, a quattro anni di distanza, nuovamente l’opportunità di esibirsi all’estero. L’invito, accolto con entusiasmo, arriva dalla Missione Cattolica Italiana di Frauenfeld-Sirnach, in Svizzera, attraverso il parroco don Saverio Viola. I concerti, ben tre e tutti serali, sono così calendarizzati: il primo si terrà venerdì 11 giugno a Frauenfeld, il secondo sabato 12 a Kreuzlingen, il terzo domenica 13 ad Affeltrangen, quest’ultimo nell’ambito dei festeggiamenti in onore di Sant’Antonio da Padova. Prima però ci attende un lungo viaggio, durante il quale attraverseremo, in pullman, gran parte della penisola italiana e tutta la Svizzera centro-orientale.

Ci lasciamo alle spalle il confine italiano a metà mattinata circa di venerdì, e, a partire da Chiasso – Canton Ticino –, inizia l’avventura elvetica. Alla nostra vista si presentano, uno dopo l’altro, il lago di Lugano, il fiume Ticino, l’antico castello di Mesocco nel Cantone dei Grigioni, il Passo del San Bernardino (2000 metri s.l.m.) e, più in generale, lo splendido paesaggio svizzero. Già, perché la Svizzera è proprio un bel paese, pulito, ricco di verde e di corsi d’acqua, e soprattutto organizzato. Ci accorgiamo che da quelle parti sono ben organizzati quando uno degli pneumatici del nostro pullman comincia a sfaldarsi, quando ormai il Cantone di Turgovia, verso il quale siamo diretti in modo spedito, dista solo pochi chilometri. Siamo naturalmente costretti a fermarci, e ci chiediamo, angosciati, quanto tempo perderemo a causa dell’inconveniente. Prima però della risposta spunta alle nostre spalle un mezzo di soccorso della Nationalstrassen. Veniamo subito scortati fino alla stazione di servizio più vicina e, una volta lì, nel giro di due ore un meccanico specializzato, giunto sul posto con un furgoncino pieno di attrezzi e di pezzi di ricambio, sostituisce la ruota malandata e ci consente di ripartire. L’efficienza svizzera, lo abbiamo verificato, non è una leggenda.

L’accoglienza della comunità italiana di Frauenfeld nei nostri confronti è calorosissima, oltre che meticolosa (ribadiamo il concetto) da un punto di vista organizzativo. Non ci fanno mancare nulla; ci pregano soltanto di non fare troppo rumore dopo le dieci di sera. Insomma, dobbiamo abituarci velocemente all’idea che, sebbene ci troviamo in mezzo ad italiani, non siamo in Italia. Con un po’ di fatica aggiorniamo dunque le nostre abitudini e ci prepariamo a suonare.

Il primo concerto svizzero della Banda Musicale di Saracena si tiene venerdì sera nell’ampia palestra della scuola media di Frauenfeld. Nonostante la stanchezza, causata dal lungo viaggio reso ancor più lungo dalla imprevista sosta pomeridiana (a Frauenfeld siamo arrivati alle sei del pomeriggio, ventidue ore esatte dopo la partenza da Saracena), ce la caviamo discretamente bene. Finito il concerto, chiuso dalle note dell’Inno di Mameli, una cena abbondante ed informale ci dà finalmente la possibilità di rilassarci e di fare un po’ di baldoria.

Sabato mattina le nostre “guide” italo-svizzere, vale a dire Rosanna, originaria di Belluno, e Adriana, calabrese della provincia di Catanzaro, ci portano in visita a Stein am Rhein, una graziosa cittadina medioevale nel Canton Sciaffusa. Passeggiamo un paio d’ore per le strade e per i vicoletti dell’antico borgo, scattiamo molte fotografie e compriamo tanta cioccolata. Dopo un eccellente pranzo consumato in un ristorante gestito da emigrati italiani si parte alla volta di Kreuzlingen, sul lago di Costanza. Lì ci attende il secondo dei nostri concerti, fissato per le 20:30 presso l’Ulrichshaus Katholisches Pfarreizentrum. Come preludio intoniamo, poco prima delle 19:00, alcune marce sinfoniche davanti alla chiesa seicentesca di St. Ulrich und Afra, che si trova a poche decine di metri di distanza dalla sede della Missione Cattolica locale, guidata da don Francesco Diodati. Il concerto, della durata complessiva di circa due ore, soddisfa sia il numeroso pubblico sia i componenti del Complesso Bandistico San Leone. In effetti i musicisti saracenari, riposati, rilassati e confortati da un’ottima acustica, a Kreuzlingen hanno suonato particolarmente bene.

L’apoteosi per l’ensemble calabrese giunge però domenica 13 giugno ad Affeltrangen, all’interno di un enorme capannone pieno zeppo di persone accorse alla festa organizzata dalla comunità italiana e dalla Chiesa cattolica in onore di Sant’Antonio da Padova. Ci si scalda al pomeriggio sfilando per le strade del paese insieme alla Banda cittadina, davanti alla processione e alla statua del Santo. Più tardi, al momento del concerto serale, fuori piove a dirotto, ma dentro è un vero e proprio trionfo per la Banda Musicale di Saracena, giunta in Svizzera con 35 dei suoi oltre 40 elementi e diretta dal M° Antonio Di Vasto. Eseguiamo il nostro repertorio da palco con scioltezza e buona verve, ed il pubblico, esaurito l’interesse per le salsicce alla brace, apprezza e si diverte. Per l’occasione lasciamo da parte qualche pezzo d’atmosfera e ci lanciamo a testa bassa nel cuore della canzone napoletana e della musica leggera italiana, passando per Morricone e le sue memorabili colonne sonore cinematografiche. Ad un certo punto tutti si alzano in piedi e cominciano ad accompagnare le musiche battendo a tempo le mani e cantando. Qualcuno addirittura si commuove e piange, pensando all’Italia da cui ha dovuto emigrare 30 o 40 anni prima. Terminiamo, come tutte le sere, con l’Inno di Mameli. La festa finisce, e, tra abbracci e molti arrivederci, alle sei e mezza del mattino di lunedì 14 giugno il pullman riprende la sua marcia, questa volta direzione Calabria. E’ stato bello, speriamo in un bis l’anno prossimo. Il sito della Banda:

www.bandasanleone.it.

Nota Bene L’articolo è stato pubblicato su “Apollinea”, Rivista bimestrale del territorio del Parco Nazionale del Pollino, Anno XIV – n. 4 – luglio-agosto 2010, pag. 21.