martedì 16 ottobre 2012

La musica negli anni'70



Qualche altra preziosa riflessione dell'amico Lorenzo Costantini.

Cosa rappresentava la musica negli anni ’70?
Era la” musica ribelle”, era la colonna sonora di una generazione che voleva cambiare le cose, che voleva farsi spazio nella società, anche attraverso l’abolizione di quei tabù con cui eravamo cresciuti e che ancora subivamo.
La musica, unita alla politica, ha influenzato i comportamenti individuali e sociali dei giovani di allora, con quel misto di incoscienza e di coraggio (giovanile) necessari per “rivoluzionare” il vecchio sistema.
Ricordo le sensazioni e gli echi dei festival di Wight, di Woodstock, poi di Caracalla a Roma e del Parco Lambro di Milano, che non erano solo festival musicali ma anche:
“… la tendenza verso una società alternativa, dove le persone dimenticando la propria particolare classe sociale, razza o religione, dimostravano di essere in grado di vivere insieme e di fare le semplici cose di tutti i giorni, sulla base di un accordo non scritto, ma semplicemente basato sull’amicizia e il rispetto reciproco…”
(Tratto da "Message to Love: The Isle of Wight Festival 1970" di Brian Hinton).
In quel contesto Ian Anderson, il “Pifferaio Magico” (1) della musica inebriante dei Jethro Tull, diventava l’immagine simbolo, la guida della “rivoluzione” (pacifica) di quelle masse di giovani che sognavano un futuro libero dall’ipocrisia e dall’ingiustizia economica e sociale.
D’altronde i testi di Aqualung e Thick As A Brick(2) non lasciavano spazio al dubbio:
Ian era con noi e aveva pure la maglietta con la stella rossa…!
Questo sogno durò anni ancora, poi ci furono altre stagioni, altre storie, ma c’era sempre qualcosa che ci sfuggiva, qualcosa che “volava sopra di noi” e che avremmo capito solo più tardi:
L’Isola di Wight era “l’isola che non c’è”!
E noi eterni “Peter Pan” avremmo continuato a cercarla per ogni dove, però con una certezza: la Rock Island dei Jethro Tull di Ian Anderson esisteva e continua ad esistere, sta a ciascuno di noi trovare il modo giusto di possederla!

Roma, aprile 2009

(1) L’album Too Old to Rock 'n' Roll: Too Young to Die! include il brano The Pied Piper, in cui la figura del Pifferaio Magico viene usata come metafora della seduzione.
(2) Ian Anderson ha giocato spesso con i simboli, è possibile che in Thick As A Brick l’uso del glockenspiel insieme al flauto sia ispirato al Flauto Magico di Mozart, con i conseguenti possibili riferimenti ai valori di “liberté, egualitè, fraternitè” della Rivoluzione Francese attribuiti all’opera mozartiana.



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