lunedì 25 maggio 2009

Bullfrog- Beggars & Losers


Bulfrog Blues” è il nome di una vecchia e tradizionale canzone americana (interpretata anche dai Canned Heat e da Rory Gallagher), ma Bullforg è anche il nome di una band di Verona, che propone un classico hard rock di buona fattura.

Il gruppo nacque nel 1993, dalle ceneri di altre importanti band veronesi, come i Great Fish, Capricorn, Highshooter e Hitchers.

La partenza è quella della classica cover band che propone i classici dei Free, Bad Company, Grand Funk, Led Zeppelin, Mountain e altro blues standard.

Il sound risente dell’influenza del classico trio anni ‘70, con molto spazio riservato all’improvvisazione e ai “solo”.

In poco tempo Bullfrog si guadagna una buona reputazione suonando ai numerosi festival di motociclisti, con show interminabili che spesso superano le quattro ore.

Gradualmente, seguendo un naturale percorso di sviluppo, la band incomincia a scrivere e suonare materiale proprio, dimostrando chiaramente l’amore sviscerato per il rock anni ‘70.

Nel 2001 Bullfrog entra finalmente in studio per registrare l’album di debutto, “Flower On The Moon”, per l’etichetta Andromeda Relix.

L’album include nove composizioni originali, più un’interessante cover di “Sail on, Sail Away”, registrata in origine da Moxy, una grande e tristemente dimenticata band canadese degli anni ‘70.

Nel maggio 2002 la band debutta in televisione in occasione del live show “Terremoto”, sul Matchmusic channel, realizzando una versione unplugged di “Trouble In Paradise” e “Flower On The Moon”.

Nel marzo 2003 la canzone “Stranger To The Danger” è inclusa nella compilation CD “Burn!”, venduta con il nuovo rock magazine “Classix.”

Nell’aprile 2004 viene pubblicato un nuovo CD, “The Road To Santiago”, un grande lavoro di puro hard rock, che include 9 brani originali più una cover del classico “Walk Away”, della James Gang.

Stilisticamente vicino al precedente “The Flower of the Moon”, questo lavoro evidenzia una produzione più accurata e una rilevante crescita musicale.

Nei mesi a seguire l’album ottiene entusiastiche recensioni di critica e di pubblico.

I brani “Sundance” e” The Road to Santiago” sono inclusi in 2 compilation di band locali, “MusicAlive#2” and “Tales”.

Il nuovo album, “BEGGARS & LOSERS”, è sul mercato da marzo 2009.

Ancora una volta la musica richiama i giganti dell’hard rock passato, ma la personalità della band emerge più forte che mai.


Bullfrog ha anche avuto il privilegio di “aprire” per i più grandi eroi dell’hard rock (John Lawton Band, Micky Moody & Bernie Marsden , Uriah Heep, ), ottenendo incondizionati e sinceri riconoscimenti.

L'intervista.

Per prima cosa vi chiedo di soddisfare una mia curiosità, nata dalla lettura della line up.
Al nome Silvano Zago corrisponde la voce “Gibson & Marshall”(e voce).
Qual è il significato dell’enfatizzazione della marca e non dello strumento?
È fondamentale il suono Gibson per il vostro sound?

È più che altro un vezzo, una cosa nata per scherzo e che poi è rimasta. Vero è che l'utilizzo di una strumentazione adeguata è parte caratterizzante del nostro sound, ed è anche il motivo per cui nella foto siamo immortalati assieme ad essa... È un po' un biglietto da visita, se vedi uno che si presenta sul palco con Ibanez e Brunetti ti fai già una certa idea di quello che suonerà... La nostra è una strumentazione tipicamente Hard-Rock!

Ho ascoltato il vostro CD di getto, da Genova a Savona, e istintivamente mi sono ritrovato in un “antico” rock duro che, senza informazioni preventive, mi avrebbe portato a formazioni d’oltremanica o d’oltreoceano. Solo pochi giorni fa un importante “gestore della musica” mi diceva che piuttosto che far suonare un gruppo italiano che fa blues, tanto per citare una “categoria” musicale, preferisce un gruppo DOC che arriva dall’America, magari allo stesso prezzo. Quali riflessioni potete fare su questo tipo di atteggiamento, che sicuramente avrete dovuto affrontare anche voi?

Ti dirò, in un certo senso posso anche capire il suo punto di vista... Un genere come il nostro parla inglese, c'è poco da dire. Il problema vero è che spesso in Italia non si sa neanche che qui c'è chi fa dell'ottimo rock “anglosassone”, ritenendo erroneamente che il tristo “cantautorato-con-la-chitarra-elettrica”, che sarebbe poi il cosiddetto “rock italiano” attuale, sia quello che soddisfa tutta la domanda.
Guarda, ce ne fossero di locali o promoter che fanno suonare i gruppi americani, servirebbe se non altro a creare cultura, il problema è che preferiscono le cover band di Ligabue o Vasco Rossi, è contro questa mentalità che bisogna combattere!

Mi sono sempre chiesto perché ogni gruppo di rock, anche molto duro, inserisca tra i vari brani almeno una canzone “lenta”. È la necessità di spezzare il ritmo, il rispettare il cliché o solo il canonico momento di riflessione?

Ma, a onor del vero in “Beggars & Losers” c'è la nostra prima vera e propria ballad su tre album. Non so, noi non ci poniamo mai il problema di “che tipo di pezzo fare”, di solito componiamo in modo abbastanza spontaneo, tanto più che questo pezzo è arrivato praticamente a ridosso delle registrazioni, l'abbiamo suonato per intero per la prima volta in studio! Nel nostro caso, probabilmente conta l'influenza di gente come Free o Bad Company!

Quanto conta la buona tecnica dei singoli nella riuscita globale di un album? Un buon produttore può cambiare il destino di un CD?

Conta la tecnica che ti permette di esprimere al meglio ciò che vuoi dire. Noi da questo punto di vista non siamo certo dei mostri, puntiamo molto sul groove, sull'impatto sonoro, soprattutto dal vivo. Non mi dispiacerebbe essere più bravo, ma non farei cambio con un suono d'insieme più “mollo”! Per tirare fuori un buon suono il produttore conta eccome; per questo ultimo album Fabio Serra, il nostro produttore, ha fatto un ottimo lavoro nel cercare di catturare in studio l'energia del nostro live-set. Il tocco finale l'ha dato il mastering agli Sterling sound di New York, col fondamentale lavoro sulle dinamiche e il “pompo”.

Cosa significa per voi far parte della scuderia Black Widow?

Per noi è un grande onore, perché sappiamo che loro si muovono prima di tutto col criterio della passione, e quindi promuovono solo i lavori che gli piacciono.
Per un gruppo come il nostro l'unica possibilità di visibilità è il supporto di persone che condividono la nostra stessa passione per la musica, e abbiamo avuto la fortuna di trovarle nei “ragazzi” dell'Andromeda Relix, la nostra etichetta, e ora nei responsabili della Black Widow, che cura la distribuzione internazionale di B&L.

L’impressione che ho è che ci sia una grande fame di musica, che colpisce i miei coetanei, ma anche i giovanissimi. Dopo un lungo buio la richiesta aumenta.
Verificate anche voi che la situazione sia favorevole dal punto di vista partecipativo?

Sicuramente c'è più voglia di musica “vera” di quanto i media “mainstream” e le case discografiche vogliono far credere, chiunque vada ad un concerto “vero” può rendersene conto.
Penso però che dal punto di vista della “dedizione” e della curiosità ci sia ancora strada da fare, tanti ragazzi non fanno neanche lo sforzo di scoprire che al di là del concerto degli Iron Maiden, del disco degli Iron Maiden, della tribute-band degli Iron Maiden c'è tutto un mondo da scoprire...
Penso che ormai ci si può dimenticare che il Classic Rock torni ad essere un genere di largo consumo; potenzialmente, però, potrebbe uscire tranquillamente dalla nicchia in cui qualche industrialotto in vena di produrre dischi anziché scarpe o mobili l'ha relegato!

Esiste un gruppo del passato che ha determinato le vostre scelte musicali?


Sono molti. Due te li ho già citati, ma potrei aggiungerne una miriade: noi ascoltiamo molta musica e siamo dei cultori dell'Hard Rock settantiano quindi, accanto ai “soliti” nomi come Deep Purple, Led Zeppelin, Cream, Grand Funk, Mountain e via dicendo, hanno un ruolo rilevante anche i nomi “minori” come Hard Stuff, Sir Lord Baltimore, ecc...


Quanto conta l’armonia e l’amicizia all’interno di una band? È possibile raggiungere obiettivi musicali senza un perfetto accordo interno?

Beh, noi ci conosciamo da vent'anni (Michele e Francesco, essendo fratelli, da ben di più!), suoniamo assieme da quindici e andiamo d'accordo sia musicalmente che su altre cose, siamo praticamente sposati... Penso che sia molto importante; non è necessario essere amici del cuore e vedersi tutti i giorni, ma è fondamentale essere in sintonia, facilita le cose.

Se poteste ritornare a quel 1993, anno di nascita di Bullfrog, cambiereste qualcosa?

Ma no, tutto sommato non credo, siamo partiti già con le idee abbastanza chiare e cioè costituire un power-trio che suonasse Hard Rock anni '70, principalmente per divertirci. Con gli anni sono arrivati tre album, tanti concerti, la condivisione del palco con alcuni dei nostri idoli di sempre, tanti consensi e tanti amici trovati durante questo percorso. Nel 1993 non avremmo potuto chiedere di meglio!

Quali sono i vostri progetti futuri?


Suonare il più possibile, e magari continuare a comporre buone canzoni Hard- Rock... Ma innanzitutto promuovere “Beggars & Losers”! Invito tutti a seguirci sul nostro sito www.bullfrogband.net, da lì si può accedere ai sample e seguire le nostre date... Se siete appassionati di questo genere come lo siamo noi, penso che sarà qualche minuto speso bene!


Nessun commento: