venerdì 7 marzo 2008

TRIP


Sono particolarmente contento di proseguire il mio racconto Prog con un gruppo italiano.
Lo sento quasi come un obbligo, dal momento che Joe Vescovi, mente dei Trip, è di Savona.
A me i Trip piacevano tantissimo, e la loro musica era qualcosa che riconduceva agli ELP, grazie alla tipica formazione, tastiere, basso batteria (almeno per un certo periodo).
Da segnalare che nella primissima formazione dei Trip (senza Vescovi) militò il futuro chitarrista dei Deep Purple, vale a dire Ritchie Blackmore.
Propongo ora alcune "immagini "che ho già fornito (senza la soddisfazione di vederle pubblicate) su un sito di un fan, aneddoti che rappresentano i miei ricordi di inizio anni 70.

Nella mia città c’era un esponente autorevole, Joe Vescovi, di cui ho tre immagini distinte.

La prima riguarda la sua partecipazione ad alcune prove di un gruppo che a quei tempi seguivo quotidianamente, il cui nome era “Il Sigillo di Horus”.
Lui era stato invitato (non so tramite quali conoscenze) per dare un parere da esperto.
Tra noi ragazzi (un po’ più giovani) si era sparsa la voce di questo arrivo e c’era una certa eccitazione.
Ricordo che alla fine del pezzo presentato, ascoltato in religioso silenzio, lui sentenziò qualcosa del tipo: ”Questo non e’ adatto, ci vuole qualcosa di più orecchiabile, di più commerciale!”

La seconda immagine e’ relativa ad un festival che si svolse a Cisano sul Neva (72 o 73), dove i Trip provavano in quel periodo.
Ricordo solo la presenza di Bennato, arrivato in autostop, e i Trip che si esibivano.

La terza immagine riguarda un pomeriggio passato nel centro città, a Savona, e precisamente in via Pia, luogo antico per eccellenza.
Lui camminava, con quei lunghi capelli biondi alla Wakeman, la barba da asceta, e con la postura e la figura simile ad un Gesù Cristo che cammina sulle acque.
Tutti noi ammalati di musica e di immagini associate, ci toccavamo un braccio e sottovoce dicevamo:”Hai visto chi c’e’ là?” … e lui si muoveva conscio dell’alone di mistero di cui era circondato.
La primissima formazione dei Trip risale al 1967 ed è tutta inglese. I suoi membri  sono Arvid Andersen (bassista), Jan Broad (batterista), William  Gray (chitarrista) Ritchie Blackmore (chitarrista), che subito dopo questa brevissima esperienza andrà a fondare quel mostro sacro del rock che ha nome Deep Purple.
Anche se questa formazione non ha avuto lunga vita e non ha lasciato alcuna "testimonianza scritta" (come 45 giri o bootlegs) è importante perché ha al suo interno Arvid Andersen (che negli ambienti del blues londinese di metà '60 ha già suonato con membri degli Yardbirds e dei futuri Led Zeppelin), il quale rimarrà nel gruppo fino al '73 (scioglimento ufficiale dei Trip).
Inoltre, scorrendo l' esiguo materiale inerente questi Trip "embrionali", si riscontrano tutte quelle velleità che accompagneranno il gruppo: un' attitudine "underground" estrema ed una ricca e peculiare ricerca di sonorità uniche ed irripetibili .
Nel '69 avviene la defezione di Blackmore e Broad, i "nuovi acquisti" della band sono Joe Vescovi (tastierista) ed il ventiduenne Pino Sinnone (all' epoca percussionista da soli tre anni); grazie a questa felice contaminazione di elementi italiani con altri inglesi si incomincia ad intravedere l' ossatura storica della band.
Con la firma del contratto (1970) con la RCA, il gruppo comincia a cogliere i primi (timidi) successi, rafforzati dalla partecipazione nel film "Terzo canale avventura a Montecarlo", dove i Trip interpretano loro stessi sullo sfondo di un' improbabile trama farsesca, ricca di scenette a dir poco agghiaccianti....
La casa cinematografica decide che per i membri della band non è prevista alcuna retribuzione, in ragione di ciò Vescovi tronca ogni rapporto con essa: il progetto che vuole i TRIP protagonisti di altre pellicole è sfumato per sempre.
Comunque sia questo film rimane (ovviamente) un "must" per i fans del gruppo di ogni generazione e si fa apprezzare per la sua iconografia di marcato stampo hippie.
E' dello stesso anno il 45 giri "Bolero Rock" e l' LP "The Trip-Musica Impressionistica".
Nel 1971 David Gray e Pino Sinnone dopo l' uscita dell' album "Caronte" decidono di abbandonare la band (che in Italia ha pochissimo seguito, così come in Inghilterra).
La sezione ritmica, l' anno successivo, viene quindi affidata al giovanissimo Furio Chirico (che dopo la parentesi con i Trip andrà a fondare un' altra prog band, ovvero Arti e Mestieri).
Sinnone, per sua scelta, appenderà le bacchette al chiodo per oltre trent' anni, per poi riprenderle seguendo un altro progetto, ovvero la Gualtiero Accornero Blues Band.
Nel '72 i tempi sono maturi per l' uscita di un nuovo LP (lo storico "Atlantide"). Con una formazione a tre in chiaro stampo Classic Prog, i Trip si impongono agli occhi della critica come drastica risposta "underground" a formazioni più blasonate quali Emerson, Lake & PalmerLe Orme e Atomic Rooster .
Su tutte spicca l' istrionica figura di Joe Vescovi, che si pone al centro dell' attenzione come virtuoso delle tastiere in grado di rivaleggiare con grossi nomi del calibro di Keith EmersonDave Greenslade e Rick Wakeman.
Sono di questo periodo le prime soddisfazioni legate ad un discreto successo di pubblico.
Nel 1973 esce sul mercato quello che sarà l' ultimo lavoro dei Trip, ovvero "Time of Change". Mai titolo per un album fu così profetico: la band cambia etichetta (la fallimentare Trident Music), il successo consolidato con Atlantide non riesce a perpetuarsi ed inoltre Furio Chirico (che grazie al suo talento suscita gli appetiti musicali di molti musicisti) decide di dedicarsi ad altri progetti.
L' anno successivo (1974) i membri "sopravvissuti" si rivolgono a Nunzio Favia (batterista). Ma questo nuovo terzetto ha vita breve, sembrano essersi spente le idee nella fucina creativa dei Trip; dopo pochi mesi la band si scioglie, Vescovi si unisce dapprima agli Acqua Fragile e poi ai Dik Dik (dove lo seguirà anche Favia).
Arvid Andersen torna in terra di Albione per dedicarsi a progetti personali, poi si trasferisce in pianta stabile in Svizzera, dove tutt' ora risiede, dedicandosi, fra l' altro, all' hobby dell' archeologia.
L' attività musicale di Joe Vescovi dura tutt' oggi negli ambienti del pop-rock .

Discografia dal 1970 al 73
(The Trip, Caronte, Atlantide, Time of Change) .


1 commento:

Anonimo ha detto...

In passato sicuramente I Trip sono stati uno dei gruppi che ho seguito con più interesse.A contribuire a questo interesse l'esclusiva novità di una band italo-inglese...la presenza agli esordi di un grande chitarrista come Ritchie Blackmore e non ultima la musica,i capolavori degni del miglior "progressive"..come i due concept album,Caronte e Atlantide...ed è proprioo con Caronte che i Trip sbalordiscono critici e pubblico...La chitarra di Billy Gray..le tastiere di Vescovi
ricordano i "Nice" di America in un composto elaborato,che spazia dal rock melodico a deliziosi spunti sinfonici .Con l'album successivo, Atlantide. i Trip perdono Billy Gray e Vescovi rimane la mente illuminata del gruppo .Qualche critica di esterofilia ne limitò il successo in italia..ma allo stesso tempo per molti questo fu motivo di gran interesse.