martedì 11 marzo 2008

Finardi...Giulia....Cuba....



Sono iscritto a differenti Forum che fanno capo ad artisti che amo particolarmente.
Non ho molto tempo per poter essere un assiduo frequentatore, ma ogni tanto faccio qualche apparizione.
Ho visto come rappresenti un mezzo potente per allacciare rapporti significativi e fare nuove amicizie, in una cerchia di persone che hanno come elemento comune l’amore per una particolare musica.
Si parte da cose molto tecniche, che solo i fan più stretti possono “reggere”, per poi arrivare ad argomentare su qualsiasi cosa, utilizzando magari immagini e filmati.
Nel mio caso, la partecipazione , seppur episodica, ha il senso del totale gradimento alla figura dell’artista “titolare” del Forum.
Insomma una esplicita dichiarazione d’amore.
Uno di questi Forum è quello di Eugenio Finardi, musicista al quale ho già dedicato alcuni post.
Alcuni giorni fa, visitando dopo molto tempo quello spazio, ho detto la mia su un topic aperto da Giulia, relativo alla poesia.
Conosco Giulia da pochi giorni, ma abbiamo già avuto una corrispondenza assidua e lei è stata prodiga di consigli (a me pare un’esperta in fatto di espressione scritta) che spero di riuscire a mettere in pratica.

Una riflessione, apparentemente inopportuna.

Giovedì Tex mi scrive, raccontandomi di come un comune amico abbia avuto un incidente stradale.
Dal modo in cui scrive si capisce come sia un vero peso, per lui, l’uso della posta elettronica.
Gli rispondo di mandarmi il numero di telefono dell’amico in ospedale perché e’ andato perso.
Lui capisce che il numero che sto cercando e’ il suo e mi risponde che fortunatamente può ancora vivere senza telefono… e molto bene anche.
Credo che lui, ancora adesso, sia senza televisione a casa, per scelta.
Non mi permetto di giudicare lo stile di vita di altri, ma questo è un caso di dichiarata avversione per qualsiasi forma di modernità, di nuove tecnologie.
Io non potrei fare a meno di cellulare, per lavoro e per diletto, per sicurezza mia e dei miei cari.
Io non potrei fare a meno della mail e di Internet che mi permettono di essere in continuo contatto col mondo, mio e di altri.

Dunque, nello spazio di un giorno, per mezzo di queste "diavolerie dei nostri tempi", sono entrato in confidenza con Giulia.
Forse “confidenza” può sembrare un’esagerazione, ma io di getto le ho inviato cose che ho scritto, molto personali, e lei mi ha contraccambiato.
E cosa c’e’ di più personale di qualcosa che scriviamo per noi stessi ?
E cosa significa donare a “sconosciuti” un pezzo di noi?
Forse non conoscerò mai Giulia di persona, ma spero di continuare ad avere un link con lei, così come mi e’ capitato con Debora, Edy, Lincoln ecc ecc.
In questa repentina ed assidua corrispondenza, ho ricevuto la recensione che lei fece alla canzone “Cuba”.

Mi ha scritto:


Nel settantotto una mia amica che faceva la colf a Milano ci

portò un disco di un certo Finardi.

Ti allego cosa ho scritto su Cuba.
Era voce diversa, voce armonica, a me pareva piena di classicità.
Per un periodo ho collaborato con una radio privata, conducevo
un programma intitolato "Il the delle cinque" e facevo ascoltare
le canzoni meno famose , praticamente il lato b.
La sigla del programma era "La Radio".
Poi purtroppo sono successe cose che mi hanno
allontanato, eventi non previsti, da ogni tipo di ascolto.
Nel duemilaquattro, in luglio, ho avuto l’occasione di sentire Finardi.
Era una delle sue prime uscite con Anima Blues.
L'ho salutato, ringraziato, e alla mia domanda "Pensa ad altre date?"
lui rispose"Vada nel mio sito, anzi la invito a scrivere nel Guestbook

La recensione di “Cuba” risale dunque al 78 ed acquista ai miei occhi un valore più alto del semplice giudizio su di una canzone.
Mi arriva in faccia come una reunion di Verdone, una canzone di Guccini, una frustrazione mai superata.
Nelle discussioni musicali della mia gioventù non c’era spazio per il grande impegno , la politica , le riflessioni filosofiche, lo sfoggio di cultura.
Eravamo molto “grezzi” ed interessati a tutto, tranne che ai messaggi e ai principi.
La descrizione di Giulia mi pare una miscela di poesia , musica e vita.
E’ un quadro amaro che ci ricorda come in un soffio 30 anni siano passati e, nonostante sia evidenziato ad ogni occasione che”siamo sempre gli stessi”, abbiamo lasciato per strada un po’ dei nostri pezzi, dei nostri sogni, delle nostre aspettative.
Leggendo “Cuba” by Giuly,ho perso sin dalle prime righe il commento alla canzone, lasciandomi andare ad immagini che rivivo spesso, troppo spesso.
Ma forse , in questo caso, Finardi e la sua canzone erano solo un mezzo per dire altre cose…..

Leggiamo dunque lo scritto di Giulia:

“ millenovecentosettantaotto, quasi inverno, freddo, si gela e spifferi e tempo cattivo e fuoco che non scalda.
Licia ha portato il vino, stasera, siamo insieme, dieci ex ragazzi Claudio ha tradito tutti, cambiate idee, partito, perfino marca di sigarette.
Ci pare estraneo, non così eri, quando portavi allora l'eskimo innocente.
Margherita ha occhi stanchi, aspetta un figlio e le pesa, non lo vuole, difficile essere ragazza madre nel millenovecentosettantaotto. Luis parla di Cristo metà nero metà bianco, partirà per l'Argentina a Medina, la prossima settimana, a colonizzare, dice Gianni, no, risponde lui a cercare la mia verità.

-Forse è vero che a Cuba non c'è il paradiso
che non vorremmo essere in Cina a coltivare riso c
che sempre più spesso ci si trova a dubitare
se in questi anni non abbiamo fatto altro che sognare-

Maddalena ha portato il quarantacinque, da una parte Extraterrestre, dall'altra Cuba.
L'ha comperato a Milano, ha una foto e un giornaletto che parla di lui.
La Pasionaria dice -ha la faccia da ricco, non è dei nostri. Ha cantato "saluteremo il signor padrone”, risponde il quasi laureato Luciano, dirà qualcosa.
Roberto dice zitti ca… state zitti, si ascolta e poi si parla.
Guardo i miei compagni, visi conosciuti da sempre, cresciuti assieme ricordi favolosi di corse a piedi in bici in motodi scorribande a depredare orti e giardini di infanzie adolescenze prime giovinezze
DI SOGNI
Il poeta con la faccia da ricco.
-e tutto questo cantare sul cambiare la situazione
non sia stato che un sogno un'illusione-
Sento il silenzio volare. Come aprire la mente a parole diverse. -Bravo, voce splendida, commenta Peppo, che canta e suona.
Si stappa il vino, corre un'emozione, risentiamolo, dice Licia.
Innamoramento: scoperta. C'è qualcuno che canta di te, di noi.
Siamo ancora noi, trent'anni dopo. Luis ha perso la verità per strada, Margherita non c'è, è andata in cielo Maddalena abita a Milano e quando torna ha lo sguardo da cittadina Roberto è in Canada, dicono sia diventato ricco Claudio è deputato .
Io sono qui, riascolto Cuba di nascosto . Ritrovo un respiro e un posto pulito.
-ragazzo che canti Cuba, ti ringrazio-
Crescerai, diventerai importante, ma se per caso ti risentissi o cambiassi strada per me saresti ancora Cuba e poi, quello che sarai diventato”.






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