giovedì 20 dicembre 2007

Il blues in famiglia(seconda parte)-Walter Panichella



Alcuni giorni fa ho raccontato una serata particolare, passata all’insegna della musica in famiglia, sano blues e rock proposto da veri appassionati del genere.
Nell’occasione non ero riuscito a fornire notizie precise legate all’organizzazione, ai gruppi, alle idee, e mi ero ripromesso di soddisfare le mie curiosità , appena possibile.
Ed eccomi a raccontare un po’ di storia di Walter Panichella, ideatore della serata, con l’aggiunta di un’intervista da lui gentilmente fornita.
Partiamo dal racconto di Walter , relativo alla nascita del suo gruppo.
Sembra davvero l’inizio di un film…



“I P5 Blues Band sono nati per caso. Doveva essere solo un'esperienza di due apparizioni, in occasione di una rassegna blues tenuta dal 3 al 5 giugno 2005, qui ad Albissola Marina, ma la cosa è piaciuta e questo ci ha spinto a continuare.
In quell’occasione non avevamo né impianto voce né microfoni, e quindi all'ultimo momento ho rispolverato un vecchio amplificatore Montarbo da piano bar e ho comprato 4 microfoni di fortuna , per l'astronomica cifra di 5 euro l'uno...tanto doveva finire tutto lì.
Poi una specie di miracolo …. è successo quello che poteva solo succedere nelle strade di New Orleans:stavamo suonando nella piazzetta di Pozzo Garitta e si ferma ad ascoltarci un elegante uomo di colore. Finito il brano, questo signore si offre di cantare un pezzo con noi. Scegliamo la canzone,”Sweet Home Chicago”,gli diamo un microfono e partiamo.Grande !.......Questo signore si chiama Arthur Miles e quella sera doveva esibirsi sul palco principale....ed ha voluto cantare con noi con un microfono da 5 euro.
Da quel giorno non ci siamo più fermati.
Il gruppo è formato da me, Walter, i miei figli  Mauro e Marco,Piero e Michel ... tutti con un cognome che inizia con P da cui “P5”.


E passiamo all’intervista.

1)Da dove nasce il tuo amore per il blues?
Il mio amore per il blues c'è sempre stato anche se da giovane
ovviamente seguivo rock e prog. Poi con la maturità,ed in particolare
da quando ho ripreso a suonare mi sono dedicato al blues in maniera intensa.

2) Quali sono i tuoi riferimenti musicali?
Per questa domanda ritorno alla numero uno:da ragazzo per me
c'erano Jimi Hendrix ed Eric Clapton come per molti c'erano
i Beatles ed i Rolling Stones.

3)Come sei riuscito a coinvolgere i tuoi figli e che
cosa provi a suonare assieme a loro?
Ti ho raccontato prima di come è nato il nostro gruppo. Abbiamo ancora il testo di Sweet Home Chicago autografato da Arthur Miles. I miei figli hanno i miei stessi gusti musicali, ovviamente aggiornati ai nostri tempi.In quell'occasione siamo piaciuti ed è stata una bella esperienza. Ma in realtà il coinvolgimento è nato già nel 2000 quando Mauro il più grande,mi ha chiesto di insegnargli a suonare la chitarra.
Poi sono nati i primi gruppi con ragazzi molto giovani.
Anche Marco ha iniziato a chiedermi di imparare a suonare la chitarra,e anche lui ha il suo gruppo.
Li ho aiutati a cercare un luogo dove poter suonare e poi… ecco che arriva il locale attuale... la scelta delle chitarre,degli amplificatori, l’ascoltare le nostre musiche insieme e lo scambiarci le nostre conoscenze e poi,una delle cose più importanti è stato l'appoggio e la sopportazione di Stefania moglie e madre di tre maschi,maledettamente appassionati di musica.

4) Normalmente chiedo .."semini con le nuove generazioni?"...In questo caso e' ovvio, per cui ribalto la domanda..hai imparato qualcosa dai tuoi figli, musicalmente parlando?
All'inizio ho dato ma adesso sono loro che mi insegnano e mi aggiornano.

5) L’altra sera ho avuto la netta sensazione che non esistesse alcun tipo di barriera, legata a età o a classi sociali. Io penso che solo la musica riesca in questa alchimia.
Anch'io la penso così e l'altra sera ne ho avuto ulteriore la dimostrazione.
Una cosa che mi fa sempre molto piacere è che quando camminiamo
per strada Stefania ed io, spesso capita di essere chiamati, salutati, abbracciati dagli amici dei nostri figli,che gravitano nell'ambiente musicale.

6) Ripensando alla tua storia personale, cambieresti qualcosa se potessi tornare indietro?
Da giovane suonavo,e per qualche anno sono riuscito a guadagnarmi la pagnotta con la musica. Poi le cose sono cambiate come per tanti come noi,la laurea,il lavoro,
la famiglia,la casa, la carriera. Tutte cose sacrosante. Per tutto ciò ho praticamente smesso di suonare nel 1980.
Per 20 anni è rimasta accesa solo la fiammella pilota della passione musicale.
Poi è arrivato quel magico momento in cui nel 2000 Mauro mi ha chiesto di
insegnargli a suonare e,la fiammella si è trasformata in una grossa fiamma che sembra aumenti sempre di più. Rimpiango solo di non aver avuto mezze misure nelle scelte di vita perché 20 anni di ruggine nelle dita sono dure da togliere.

7)Se pensi ad una tua collocazione in ambito musicale, diversa da quella di musicista , immagini qualche ruolo che ti si addice?
A questa domanda non so cosa rispondere.

8)Quali sono le cose che sei riuscito meglio a realizzare, in ambito musicale?
Quelle attuali.

9) E quelle dove hai fallito?
Aver smesso di suonare per così tanti anni è stato forse un errore.

10)Il tuo lavoro e' stato un impedimento o ti ha aiutato a realizzare qualche sogno?
Come ho già detto, gli impegni lavorativi mi hanno allontanato dal mondo
musicale,anche perché se volevi mangiare suonando,l'unica strada era il ballo
liscio e quindi la scelta è stata obbligata.
Oggi indubbiamente,con una sicurezza economica stabilizzata,mi posso permettere
di realizzare qualche sogno.

11)Quali sono i tuoi miti?
Vedi la risposta numero 2,ma comunque i veri miti sono quelli che incontri a suonare blues nella metropolitana di New York,nelle piazze della Calabria o della Lucania,nei pub etc.,perfetti sconosciuti al grande pubblico ma liberi di suonare con grande passione e capacità.

12)Per ultima la domanda che doveva essere alla base: Il 1 dicembre 2007 ho partecipato ad un evento casuale o esiste un progetto preciso? Se si, me lo puoi descrivere?
Il 1 Dicembre è stato un esperimento. Ha funzionato.
Progetti non ce ne sono,sogni tanti. Per il momento sono solo feste private dove l'obiettivo è quello di mantenere contatti musicali,stare tra amici,vecchi e giovani, a scadenza possibilmente mensile.
Poi da cosa può nascere cosa... si vedrà.


Grazie Walter, ho trovato tante similitudini tra le tue e le mie vicende, e prima o poi, tra un blues ed un altro, ne potremo parlare.


Ed ora, prima di "guardare" un altro brano di quella sera, ricordiamo chi e’ Arthur Miles, utilizzando notizie raccolte dal suo sito.

Nato negli Stati Uniti, Arthur Miles, nipote del grande chitarrista Jazz, Wes Montgomery, ha studiato, coltivando il suo talento vocale, specializzandosi presso la Scuola Superiore di Voce Naturale. Pianista, compositore, autore di testi, vocalist e cantante professionista da oltre trent’ anni, Arthur Miles è la voce nera attualmente più richiesta nelle sale d’incisione di tutta Europa.
Con la sua voce calda e potente si è esibito sui palcoscenici di tutto il mondo, sia come singolo, sia perché richiesto da grandi musicisti di fama internazionale; negli Stati Uniti ha affiancato personaggi del calibro di Edwin Starr, Gloria Gaynor ,Eddie Clean-Headed Vincent, Big Joe Turner, Josè Feliciano, Jimmy Bo Horne, David Ruffin (il cantante dei Tempations), Johnny Otis Show, solo per citarne alcuni tra i più famosi.
Appena giunto in Italia, Miles è stato invitato da Renzo Arbore per il gran finale di “Quelli della Notte”.
Da allora, le collaborazioni italiane di Arthur Miles sono state molteplici: Pierangelo Bertoli, Andrea Mingardi, Loredana Bertè, Paolo Conte.
La collaborazione italiana più significativa è stata indubbiamente quella con Zucchero, come vocalist, per la realizzazione di tutti i suoi grandi successi: dal primo grande LP “BLUES”, a “Oro Incenso & Birra”, a “Spirito di Vino” al bellissimo “shake”. E’ la voce nera, calda e profonda di Miles che introduce, intercala, duetta con Zucchero in tutti i suoi pezzi più belli e famosi, ad esempio: “Senza una Donna”, “Hey man”, “Baila”, “Ahum”.





Citazione del giorno:

"Non è difficile suonare il blues, è difficile sentirlo" (Jimi Hendrix)




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