giovedì 4 ottobre 2007

Rickie Lee Jones in concerto al Priamar-29 luglio



Ed ecco un altro momento particolare della mia estate, ormai conclusa.
Parlo del concerto di Rickie Lee Jones sulla fortezza del Priamar.
A seguire una sua canzone tratta dall' album "The Sermon on Exposition Boulevard", uscito nel 2007.

La canzone si intitola "Gethsemane"


Il mio commento al concerto.

Il concerto di Rickie Lee Jones, programmato alla fortezza del Priamar di Savona, è terminato da un’ora. In questi anni ho ascoltato molta musica, senza distinzione alcuna, ma ammetto di non essere mai arrivato a questa artista americana.
Ed è per puro caso che riesco ad esserci stasera. In settimana mi sono procurato la sua discografia, ma è ancora nel cassetto e allora… mi aspetto una cantante della West Coast, una specie di Joni Mitchell con sola chitarra di accompagnamento, una voce importante su accordi complicati.
Il biglietto acquistato con facilità, all’ultimo minuto, mi fa pensare che non ci sarà il pienone, e l’ultima tappa del “Just Like a Woman” potrebbe essere in chiave minore.
Non certo per la qualità della proposta.
Alle 21.30 realizzo che la platea non si riempirà.
Come sempre presto attenzione al palco e osservo la strumentazione.
Accanto ad un certo numero di Fender Strato, mi accorgo della latitanza di una batteria tradizionale. Ci sono un timpano ed un rullante, vicini tra loro, che rappresentano la parte “drums”, mentre una cassa, messa in orizzontale accanto a Ricki, verrà utilizzata solo episodicamente, e non col pedale d’ordinanza.
Il piano da concerto in sottofondo dovrebbe essere “l’eredita’” della settimana precedente, quando alcune ragazze sul palco hanno reso tributo a Janis Joplin.
Entrano in sordina. Sono quattro musicisti. Lei appare un po’ appesantita, ma il viso e’ quello che avevo in testa dopo la mia scorribanda settimanale “on line”.
Saluta il pubblico, con molta pacatezza e le parole escono a fatica.
Difficile per me capire se e’ il suo naturale modo di esprimersi, se prova disagio, se e’ infastidita, se e’ soddisfatta. Resta un intercalare molto lento che mi incuriosisce.
Iniziano alle 21,45 e subito mi rendo conto che non ci sarà la musica”semplice “ e d’impatto che credevo di ascoltare.
Composizioni articolate, arrangiamenti difficili, virtuosismi strumentali ed una voce fantastica, utilizzata non solo in senso tradizionale, ma come vero e proprio strumento.
Il pubblico e’ attento e sottolinea il passaggio tra i veri pezzi con applausi naturali e convincenti.
C’e’ un pò di tutto… folk, rock, country. E c’e’ tanta sperimentazione, con utilizzo di “accessori” poco conosciuti, percussioni varie, archetti da violino utilizzati su chitarra elettrica e sul basso del bravissimo musicista orientale.
Il chitarrista svisa sulla strato, con largo utilizzo di wha wha, ma mi pare ottima anche la ritmica. C’e’ anche un accenno di coinvolgimento del pubblico, quando spontaneamente le mani si mettono in movimento per cadenzare il ritmo.
Un bel concerto, inaspettato nel suo svolgimento e per questo molto gradito.
Alle 23 tutto finisce e non ci sarà verso di ascoltare il canonico bis.
Lei scappa dal palco con un cenno della mano e ritorna per un fugace saluto dopo le richieste del pubblico. Con la coda dell’occhio la vedo sparire, mentre penso che il suo unico concerto italiano poteva essere più consistente, quantitativamente.
Resta la piacevole sorpresa di aver conosciuto, forse troppo tardi, una grande artista.


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